Forse in Italia il nome “Hans Brinker Budget Hotel Amsterdam” non risuona alle orecchie dei più: si tratta, infatti, di un ostello nel cuore di Amsterdam. Eppure, se mai vi fosse capitato di imbattervi in una delle loro campagne pubblicitarie, siamo sicuri che vi tornerebbero in mente. Ma la storia non finisce qui: Hans Brinker Budget Hostel è diventato il feticcio di una particolare tipologia di campagna pubblicitaria, il worst advertising.
Se siete abituati, quindi, a parlare di amenities quando andate per soggiorni, e se siete fermamente convinti che call to action, actives e brainstorming ultra-creativi tirino fuori solamente core positivi, bene: è arrivato il vostro momento per abbandonare ogni certezza!
Dal 1996, l’incubo si ripete
Campagne advertising che puntano il tutto per tutto sull’iper-realismo, non solo comunicativo: in oltre venti anni, Hans Brinker Amsterdam Budget Hostel è stato dipinto come uno dei peggiori posti al mondo in cui alloggiare, proprio dalle loro campagne advertising, video e affissioni, fino ad approdare al web.
Il tutto a cura di KesselsKrammer, agenzia pubblicitaria e creativa olandese, che vanta Brinker come uno tra i suoi storici e più affezionati clienti.
Immagini di disservizi continui, in montaggi video ritmati, che quasi ricordano, per certi versi, la comicità dei Monty Python, fino a strizzare l’occhio alle campagne di sensibilizzazione contro alcool e droga, passando per l’ecologia: una combinazione assertiva di immagini dissacranti, surreali, e payoff che Don Draper della serie Mad Man avrebbe certamente approvato.
Ecologia: imprescindibile per ogni ostello che si rispetti
KesselsKramer ha sviscerato il peggio di ciò che ci si potrebbe aspettare da un ostello, inserendolo in un contesto – o meglio, un pretesto – ecofriendly. Perché spesso, le aspettative superano la realtà.
Ecco che così le scale diventano un ascensore ecologico, e una tenda diventa un asciugamano perfetto per chi ha un animo green. E, sempre parlando di sensibilizzazione, l’affissione “check in – check out”, che rispecchia i canoni di una campagna sociale contro le dipendenze, mettendo in luce tutto il peggio del brand sul volto di una povera ospite.
Upgrade a portata di budget
Dopo il focus ecofriendly, ecco che arrivano gli upgrade: non possiamo ancora parlare di “amenities”, ma – a quanto pare – nella ADV fiction parallela al mondo reale di Hans Brinker Budget Hostel, si stanno attrezzando.
Nasce così una serie di campagne video focalizzate sui finti miglioramenti della struttura: dall’ascensore, alla tazza del caffè. “Dopo oltre due decenni in cui abbiamo affermato di essere il peggior ostello del mondo, l’Hans Brinker Budget Hotel ha finalmente realizzato che poteva spingersi oltre e tantomeno… più in alto”, dice il team creativo di KesselsKramer, per presentare questa nuova versione degli spot.
Il like su Facebook? Una minaccia seriale
Hans Brinker Budget Hotel sbarca sui social: essere a passo coi tempi è facile, soprattutto se vuoi che la tua stanza venga pulita, o se vuoi garantirti un riposo sereno.
“Dopo anni trascorsi a costruire la reputazione di ‘peggior hotel del mondo’, Hans Brinker Hotel sta cercando di diventare l’hotel ‘più simpatico del mondo'” narrano in KesselsKramer.
Come? “Chiedendo a chiunque di mettere un like al loro cibo terribile, ai pessimi servizi di reception”.
Grafiche cubitali, colori particolarmente sgargianti, e un video degno del Dogma 95: resistere al pollicione blu è impossibile.
Esperienze condensate, da Hans Brinker
Il meglio del peggio, condensato in mini-spot da poco più di 15 secondi – un timing a misura di attenzione post-avvento di internet – dove un montaggio serrato narra tutto ciò che si può fare in questi ostelli: dal dormire, alla doccia, fino all’hamburger. Suoni ripresi dalla quotidianità e nessun voice over vanno ad accentuare il disagio e l’inospitalità di questi ostelli, per un effetto finale che arriva e colpisce.
Ecco come si delineano le peculiarità di una fantastica serie di campagne di “worst ADV“: un corrispettivo continuo con la realtà, messa in luce nei suoi punti più deboli, accompagnata da claim e payoff dissonanti. Iperrealismo e pretese, per una sorta di fiction-non fiction, assolutamente divertente e memorabile, con livelli di creatività e, al contempo, di semplicità davvero ammirevoli.
E ora non ci resta che prendere il primo volo per Amsterdam, e scoprire se il Hans Brinker Budget Hotel sia davvero come ce l’hanno descritto.