“Coraggiosa”, “geniale”, “pornografica”.
Aggettivi che in questi giorni hanno definito, in maniera contrastante, la nuova campagna abbonamenti Samp. C’è chi approva a pieni voti, e chi, invece, lancia la pietra dello scandalo.
Una campagna che ha spiazzato, che ha fatto discutere, diventata subito virale: oggi saremo noi a raccontare la fase creativa, in questo nuovo capitolo per Siks ADV, che per il settimo anno consecutivo firma la campagna pubblicitaria di abbonamento.
Il concept di base: più biologico, che sessuale
La campagna veicolata a partire dallo scorso 2 luglio su tutti i social della squadra, sui quotidiani e in maxi affissioni nel capoluogo ligure, è nata da un’idea creativa che ha unito di concerto elementi grafici semplici, con le classiche combinazioni cromatiche blucerchiate, e un payoff sibillino. Un risultato, quello finale, che ha oltrepassato le regole, come nel migliore dei giochi di comunicazione.
Perché se la Samp è vita, la campagna 2018 di abbonamento va dritta al punto, colpendo alla genetica, al DNA, alla generazione della passione: il concetto fondante è quello di esserci sempre, fin dal primo momento, costituendo una parte del proprio patrimonio genetico. Un immagine rafforzata da un claim semplice, un linguaggio creativo in grado di uscire dagli schemi soliti e tipici del mondo del calcio che, in Italia, dal punto di vista creativo e marketing, si compone, per lo più, di una comunicazione timida, un pesante mantello di creatività standard che tra fede, lupi, prede e fauci, genera alle volte scenari calcistici autoreferenziali. Il core della campagna, la sua intenzione, è – quindi – più profondo.
In sette anni di esperienza con Samp, abbiamo avvertito il bisogno di oltrepassare una barriera, proprio per utilizzare una metafora calcistica. Ed ecco perché non siamo stati – ça va sans dire – colti in fallo. E, della nostra opinione, è anche Del Bianco, creativo dell’agenzia Dude.
Una nuova storia da raccontare, dal primo istante
Come nelle migliori delle storie d’amore, ogni limite va sempre superato, per dare una nuova sferzata al rapporto: e così, la campagna 2018 è una sorta di coronamento creativo che supera le precedenti.
Spaziare dalle metafore feline, o al più classico senso di appartenenza generazionale – su cui abbiamo lavorato molto in passato – facendo quel passo in avanti è stato il nostro obiettivo: il tempo è maturo per scrollarsi di dosso un pesante mantello fatto di comunicazione standard, spostando l’accento all’essenza, a quel senso di appartenenza più profonda. Seminale. Dal primo istante.
La persona è sempre stata al centro, nelle campagne: adulti, anziani, bambini. Perché la Samp è la passione di una vita, trasmessa e animata dai payoff che accompagnano le campagne abbonamenti, sprigionando amore vero per il team blucerchiato: “La nostra maglia, seconda pelle”, 2012-2013; “C’ero, ci sono, ci sarò” per il 2014-2015, e “Non ciò che vedi, ma ciò che vivi”, 2015-2016. Un susseguirsi di volti, età, generazioni, per una passione che non conosce confini. Anzi, li supera, in questa campagna concepita per arrivare dritta alla parte più profonda – quasi cellulare – dell’amore per la squadra, per il brand, per il lavoro che una comunicazione memorabile richiede, quotidianamente.