Dimenticate il B2B (Business To Business) e il B2C (Business To Consumer), perché il presente è l’H2H, ossia la comunicazione Human To Human, “da umano a umano”.
A coniare il termine è Bryan Kramer, social media strategist e autore del libro There is no B2B or B2C: It’s Human to Human #H2H, che spiega: “i prodotti e le aziende non hanno emozioni, ma le persone sì”.
Se consideriamo che le persone sono da entrambe le parti, sia dal lato di chi comunica, sia dal lato di chi recepisce, siano essi consumatori (B2C) o aziende (B2B), possiamo capire l’esigenza di un approccio diverso, più umano.
L’approccio Human To Human (H2H)
“La comunicazione non dovrebbe essere complicata. Dovrebbe essere genuina e semplice, con la consapevolezza del fatto che siamo tutti umani multidimensionali, ognuno dei quali ha vissuto momenti di luce e di oscurità nella propria vita”, scrive Kramer. Non si tratta più, quindi, di consumatori o aziende, ma di persone con esperienze ed emozioni. Nell’era dei social, la comunicazione è un campo in cui si gioca ad armi pari. Quindi scendete dal piedistallo e mischiatevi fra i vostri clienti, interagite con loro, ascoltateli.
Puntate sull’empatia, su ciò che ci lega in quanto umani. Il punto fondamentale è che siamo tutte persone in carne ed ossa, con pregi e difetti.
L’azienda come persona
“Azienda”: la parola stessa rimanda a un’immagine astratta, tendenzialmente fredda, rigida, istituzionale.
Come possiamo renderla “umana”? Comunicando in modo diverso.
Rivolgetevi al pubblico con un tono di voce caldo, diretto, semplice e colloquiale, senza rinunciare alla professionalità. Evitate tecnicismi, espressioni asettiche e frasi fatte, che appaiono sterili e dispersive. Ormai le evitano perfino i bot, “umanizzati” con un linguaggio più naturale e qualche battuta scherzosa.
Ricordate che, almeno inizialmente, al cliente interessa poco conoscere tutte le specificità del prodotto o del servizio che vendete: sarà molto più interessato a sapere chi siete, cosa potete fare per aiutarlo, se può fidarsi di voi. In poche parole: il cliente vuole sentirsi vicino al brand. Pubblicate quindi contenuti che possano costituire una finestra aperta sul vostro mondo. Condividete i valori in cui credete, le cause che sostenete. Metteteci la faccia e “umanizzate” l’azienda, magari presentando al pubblico le persone che ci lavorano con foto, descrizioni, video e aneddoti dal “dietro le quinte”. È importante che il pubblico capisca che dietro a un marchio ci sono persone vere, come loro. Presentate chi siete e cosa fate, senza paura di mostrare anche i vostri errori: non avete nulla da nascondere, siete umani come tutti.
Il cliente come persona
Al centro della comunicazione Human To Human c’è il cliente inteso come individuo, che può trovare la sua rappresentazione nelle personas, modelli di consumatori-tipo con determinate età, occupazioni, interessi, hobby e chi più ne ha più ne metta.
Più è profonda e sfaccettata la caratterizzazione delle personas e meglio possono rispecchiare le persone reali, con bisogni e desideri specifici.
“Gli umani vogliono essere parte di qualcosa di più grande di loro. Gli umani vogliono essere inclusi”, scrive Kramer, quindi il consiglio finale è proprio questo: coinvolgeteli. Fate ampio uso di contenuti creati da loro e lanciate concorsi e sondaggi per tenere conto delle loro opinioni. Questo darà vita ad una situazione win-win in cui i clienti si sentiranno vicini al brand e voi avrete la possibilità di conoscere meglio il vostro pubblico.
H2H? Ci pensiamo noi!
L’approccio Human To Human permette di instaurare relazioni strette e di lunga durata col cliente.
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