Quando si pensa allo storytelling, si immaginano narrazioni epiche e grandiose, che accompagnano spot premiatissimi e campagne rivoluzionarie. Tuttavia, i principi della narrazione sono facilmente applicabili anche alla scrittura di un post su Facebook o su Instagram.
Ecco 4 semplici tecniche di storytelling da utilizzare per la tua comunicazione sui social!
La formula di Dave Lieber
Partiamo dalla formula di storytelling condivisa da Dave Lieber nel TED Talk The power of storytelling to change the world. Lo schema, composto da da tre fasi, è un classico della narrazione che caratterizza numerosi romanzi e film, fra cui la maggior parte dei classici d’animazione Disney:
Presentazione del personaggio.
La narrazione catapulta il personaggio nel punto più basso della sua storia, quello che Walt Disney definiva the darkest hour (“l’ora più buia”).
La narrazione culmina in un colpo di scena che conduce il personaggio verso il suo lieto fine.
Lo vediamo bene in questo post di Airbnb, che recita: “Jane è stata una contabile per 20 anni. Durante la recessione, ha perso il suo lavoro quando la sua azienda è andata in bancarotta, e per mesi non è riuscita a trovare un lavoro. Quella che è cominciata come una necessità per stare a galla, si è trasformata in un nuovo modo di vivere. Airbnb l’ha connessa con il mondo e le ha dato l’ispirazione per diventare una guida turistica, in modo da condividere le bellezze della sua città con visitatori da tutto il mondo”.
Presentare Jane nel punto più basso della sua storia permette al consumatore di empatizzare con il personaggio in pochissime battute: il fatto che il suo lieto fine sia direttamente collegato al prodotto o servizio pubblicizzato conferisce valore al messaggio del brand, rafforzandolo.
Before – After – Bridge
Si parte introducendo il problema che si vuole risolvere (Before), si passa a immaginare una situazione in cui il problema è stato risolto (After) e infine si spiega com’è possibile arrivarci attraverso il proprio prodotto o servizio (Bridge).
Pensiamo a un esempio, il post di quella che potrebbe essere una marca di cibi surgelati: “Cucinare richiede tempo. Immagina se fosse possibile preparare un intero pasto in soli 5 minuti. Con i nostri prodotti, porti in tavola tutto il gusto della cucina italiana in tempo record”.
L’incipit del post mette in luce un problema realmente percepito dal consumatore (non avere il tempo di cucinare), a cui segue la descrizione di un mondo ideale (quello in cui è possibile preparare un intero pasto in 5 minuti), che appare quasi utopico: è proprio in questo momento che il brand sferra il suo colpo da maestro, presentando il suo prodotto o servizio come la “bacchetta magica” che permette al prodigio di compiersi, trasformando l’utopia in realtà.
Questa tecnica funziona anche perfettamente anche nelle introduzioni degli articoli dei blog aziendali e dei testi delle campagne di email marketing.
Star – Chain – Hook
In questa terza tecnica, si comincia attirando l’attenzione del pubblico con un incipit positivo, che costituisce la tua promessa finale, la “stella” da raggiungere (Star), poi si presenta una serie di fatti che testimoniano la credibilità e rafforzano il valore della tua promessa, mettendone in luce tutti i vantaggi in una catena (Chain) che, di anello in anello, trascina il lettore verso una call to action che lo cattura (Hook), spingendolo ad acquistare il tuo prodotto o servizio, al fine di raggiungere il suo obiettivo.
Immaginiamo un esempio, dividendolo in tre parti:
1. Impara una lingua straniera in 30 giorni, direttamente a casa tua (Star, la promessa finale).
2. Oltre 10.000 studenti lo stanno facendo. Sarai in diretto contatto con tre diversi insegnanti madrelingua. Oltre alla lezioni, potrai godere di quattro ore di conversazione extra incluse nel prezzo (Chain, la serie di vantaggi a sostegno della promessa).
3. Prenota ora! (Hook, la call to action finale, che si lega al prodotto o servizio che stai promuovendo).
Problem – Agitate – Solve
L’ultima tecnica è abbastanza simile a Before-After-Bridge, ma in questo caso abbiamo un problema da introdurre (Problem) e una tensione da far crescere (Agitate) fino alla sua risoluzione (Solve).
Nell’esempio riportato, abbiamo la presentazione di un problema molto comune (“Le videochiamate non sono sempre divertenti”), un elenco crescente di disagi che contribuiscono al problema (“Rumori di sottofondo che distraggono, immagini video che non compaiono, e una pessima connessione”) e infine un sospiro di sollievo finale, con l’introduzione del prodotto o servizio in grado di risolvere quel problema (“A meno che tu non stia usando Zoom”).
Vuoi consigli su come utilizzare lo storytelling per la tua comunicazione social? Contattaci.