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Real time marketing: come Renault ha risposto a Shakira

30 Gennaio 2023

Il nuovo singolo di Shakira, Music Sessions Vol 53, è diventato virale.
Nel testo, la cantante si scaglia contro l’ex marito, il calciatore Gerard Piqué, e la sua nuova fidanzata, Clara Chia Marti, con un verso in particolare: “Hai scambiato una Ferrari con una Twingo, hai scambiato un Rolex con un Casio“.
Insomma, Shakira associa sé stessa a due brand di lusso (Ferrari, Rolex), ponendoli in contrasto con i due marchi a cui associa la rivale (Twingo, Casio): il paragone ha fatto furore, scatenando l’ironia del web.
Come spesso accade, gli utenti sono stati più veloci dei brand: in pochissimo tempo è nato un account fake di Casio che su Twitter ha pubblicato risposte divenute virali come “Non saremo Rolex, ma i nostri clienti ci sono fedeli” (un riferimento al fatto che Piqué abbia tradito Shakira) e “La batteria dei nostri orologi dura più della relazione di Piqué e Shakira”.

Renault ha adottato un approccio simile sui suoi canali social ufficiali, riconnotando in positivo alcune caratteristiche del proprio prodotto mediante riferimenti diretti al testo della canzone. Se Shakira, rivolgendosi a Piqué, dice di essere sprecata “per tipi come te”, Renault ribatte sostenendo che il modello in questione è invece specificatamente rivolto a “tipi e tipe come te”. Presentando la Twingo come un’automobile per tutti, Renault ne valorizza l’accessibilità in contrasto con il lusso della Ferrari, per molti irraggiungibile, a cui Shakira si accosta. È un concetto curiosamente simile al celeberrimo Think Small della storica campagna di Wolksvagen del 1959, per cui la semplicità diventa un punto di forza.

Pa tipos y tipas como tú. ¡Sube el volumen! #Renault #Twingo #claramente #joven #urbano #eléctrico #ágil #Icónico #compacto #travieso pic.twitter.com/eND207qM3H

— Renault España (@renault_esp) January 12, 2023

La risposta più eclatante è arrivata, a sorpresa, con un’insegna fisica. Fotografato da numerosi passanti, il cartellone pubblicitario – posto nei pressi dello stadio di Barcellona, in cui si allena Piqué – ha presto fatto il giro del web.


Qui troviamo diversi copy che, citando il testo della canzone, mettono in luce i punti di forza della Twingo in contrasto con la relazione fra Shakira e Piqué. ad esempio: “Da 0 a 100 in più tempo di quanto è durato il vostro matrimonio” e “Il nostro motore non ti lascerà mai, il tuo ex marito lo ha già fatto”.

Più sottile la risposta di Renault Colombia (paese Natale della cantante), che su Twitter promette a Shakira di amarla per sempre (sottinteso: a differenza di suo marito).

Twingo te va a querer siempre @shakira
Lo prometemos. #Twingo #Twingo30años https://t.co/y387N5fNWy

— Renault Colombia (@Renault_Co) January 12, 2023

Insomma, da un lato Shakira ha sminuito la Twingo paragonandola con la Ferrari, dall’altro Renault ha posto l’enfasi proprio su ciò che la distingue da un’auto di lusso e ha “studiato” bene il testo della cantante per rispondere con frecciatine altrettanto fulminanti.
Ritrovandosi inaspettatamente al centro di un evento mediatico di ampia portata, Renault ha colto l’occasione per prendere le redini e ribaltare la situazione con ironia e tempestività.

Noi possiamo aiutarti a valorizzare l’identità del tuo brand in ogni occasione. Contattaci!

Filed Under: Creatività, News dal Web, Social Media Tagged With: social media marketing

Social Media Marketing: conosci la tua audience

5 Ottobre 2021

Meglio pochi social, ma buoni. È diventato un luogo comune al pari de “Non esistono più le mezze stagioni”, ma – proprio per questo – è sempre valido e si basa su un solido fondo di verità: un brand non deve per forza essere presente su tutti i social network, soprattutto se non comprende le particolarità di ogni piattaforma e si limita a fare uno sterile copia-incolla di contenuti, come se Facebook fosse uguale a Twitter e via dicendo.

Per capire dove conviene essere presenti, bisogna conoscere i social, ma soprattutto chi li popola. Scopriamo insieme qual è il pubblico di riferimento dei 5 social più conosciuti!

Facebook

Nonostante qualche acciacco dovuto all’età, Facebook rimane il social network numero uno per numero di iscritti, con 2.7 miliardi di utenti mensili attivi a livello globale.
A differenza di quanto si pensa, Facebook non è l’equivalente di un ospizio “social”: la fascia d’età più coinvolta nel suo utilizzo è quella 25-34 anni, seguita da 18-24. Non è quindi propriamente vero il pensiero che Facebook abbia un pubblico più “avanti con l’età”.
In effetti, fra i social network analizzati, Facebook ha il target più trasversale a livello d’età (18-49 anni), coprendo ben tre generazioni (Generazione X, Millennials, Generazione Z). La sua audience è eterogenea anche per quanto riguarda generi sessuali, classi sociali e background scolastici e professionali.

Per questo motivo, Facebook si presta bene a qualunque tipo di business, dal negozio di quartiere alla multinazionale.
Le aziende possono sfruttare la piattaforma per comunicare in modo più diretto e “personale” con il proprio pubblico: infatti, Facebook è l’ideale per mantenere i contatti con il proprio “zoccolo duro” di clienti. Può essere più complesso, invece, raggiungerne di nuovi: i post di Facebook hanno generalmente un reach limitato, ed è difficile farsi notare in mezzo ad una valanga di altri contenuti pubblicati non solo da altre aziende di ogni tipo, ma anche da amici, familiari e conoscenti del potenziale cliente.

Instagram

Instagram è utilizzato principalmente da un pubblico di giovani adulti.
Il 90% degli utenti ha meno di 35 anni; la fascia d’età principale è quella dai 18 ai 29 anni, in prevalenza femminile. Su Instagram, come su TikTok e su Twitter, gli utenti sono più propensi a seguire persone che non conoscono di persona rispetto a Facebook: il feed si popola dunque di contenuti pubblicati da influencer e altri profili ritenuti interessanti.

Incentrandosi principalmente sulla componente visuale, Instagram è l’ideale per business che hanno a che fare con arte, ristorazione, viaggi, makeup e moda. Rispetto a Facebook, è più semplice ottenere nuovi follower in modo organico, anche grazie all’utilizzo di hashtag specifici.

TikTok

Come Instagram, TikTok è completamente volto all’aspetto visuale: in questo caso si tratta di brevissimi video, non di foto. L’audience è la più giovane fra tutti i social analizzati, dato che interessa soprattutto la fascia 16-24. I brand hanno cominciato ad essere presenti su TikTok solo da un paio d’anni: per produrre un contenuto che funzioni, occorre adottare una mentalità che si avvicini a quella dei creator digitali, cercando di “mimetizzarsi” fra gli influencer della piattaforma. Per questo motivo, spesso i brand collaborano con i “tiktoker” stessi.

LinkedIn

Avendo strettamente a che fare con il mondo del lavoro, non sorprende che LinkedIn abbia un pubblico adulto e professionalmente attivo: la fascia più presente è quella fra i 30 e i 49 anni, seguita da quella fra i 50 e i 64. Gli uomini sono in leggera maggioranza rispetto alle donne.

La piattaforma è l’ideale per generare nuovi contatti e condividere conoscenze all’interno del proprio settore di riferimento: per questo motivo, LinkedIn è il social più utilizzato in ambito industriale e B2B.
La natura della piattaforma permette alle aziende di agire all’interno della propria nicchia di business: la comunicazione risulta quindi meno “dispersiva” rispetto agli altri social analizzati, Facebook in primis.
I contenuti – soprattutto quelli di natura testuale – possono essere più approfonditi e specifici rispetto alla media delle altre piattaforme prese in considerazione.

Twitter

Twitter ha meno iscritti rispetto a Facebook e Instagram, ma conserva nicchie di “affezionati” che lo utilizzano con frequenza da oltre 10 anni.
Il target è mediamente giovane (under 30), con un grado d’istruzione più elevato rispetto a Facebook e Instagram.
Gli uomini sono in leggera maggioranza rispetto alle donne.

La comunicazione avviene prevalentemente fra persone che non si conoscono di persona. Gli utenti si esprimono su eventi in tempo reale, dai programmi televisivi all’attualità, con un particolare interesse per politica e temi sociali.
Twitter è il social su cui più facilmente si può subire una “gogna mediatica” a seguito di affermazioni controverse: gli utenti della piattaforma, infatti, sono particolarmente attenti, veloci e propensi a condannare un personaggio pubblico per una dichiarazione di natura razzista e/o sessista. Spesso è proprio Twitter a dare il via a scandali di questo tipo, che poi fanno il giro di tutti i social. La piattaforma è anche il luogo ideale in cui dare spazio all’arguzia: alcuni fra i contenuti più retwittati – e ricondivisi, sotto forma di screenshot, su altre piattaforme – sono di natura umoristica, spesso con una vena caustica, accentuata dall’esiguo numero di caratteri a disposizione.

Per un brand, quindi, Twitter costituisce un’occasione per esprimersi direttamente su eventi “in real time” e su argomenti in trending topic: si può scherzare, ma stando bene attenti a quello che si dice. Particolarmente importante è l’interazione con gli utenti, che rende Twitter uno dei social più utilizzati per il customer service dalle grandi aziende.

Vuoi sapere quali social utilizzare per il tuo brand?
Contattaci!

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Filed Under: Facebook, Linkedin, Social Media, Twitter

Le potenzialità di Pinterest, un social network in crescita

23 Agosto 2021

Dopo essere rimasto per lungo tempo all’ombra di Facebook e Instagram, Pinterest sta diventando sempre più rilevante nel panorama “social” internazionale.
Insieme alla piattaforma, crescono le potenzialità da sfruttare per i brand, soprattutto per quanto riguarda l’ecommerce.
Scopriamo qualcosa in più su questo social network in costante crescita!

Pinterest: come funziona?

Pinterest è il social in cui scoprire nuove cose e lasciarsi ispirare dalle immagini, che vengono selezionate dall’algoritmo sulla base degli interessi dell’utente. È possibile selezionare e raccogliere contenuti (pin) in bacheche tematiche (board) pubbliche o private.
Ogni “pin” include un’immagine, una descrizione e un link incorporato che conduce ad una pagina web esterna, risorsa utilissima per chi vende online.

Numeri in crescita

La piattaforma ha ottenuto 124 milioni di nuovi utenti nel 2020, con una crescita maggiore fra i giovani sotto ai 25 anni. In termini di entrate, Pinterest ha guadagnato 706 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2020, con un aumento del 76% rispetto allo stesso trimestre nel 2019.

Un pubblico trasversale

Fra i punti di forza di Pinterest c’è l’eterogeneità del suo pubblico.
Il 32% delle principali generazioni (Generazione Z, Millennial, Generazione X e Baby Boomer) afferma di utilizzare Pinterest per “trovare contenuti nuovi, divertenti o d’intrattenimento”.
I dati distribuiti da Pinterest quest’anno testimoniano la presenza di un pubblico sempre più trasversale:
Le donne costituiscono il 60% del pubblico della piattaforma, ma il segmento degli uomini è in crescita di circa il 50% rispetto al 2020;
Gli utenti della generazione Z sono in crescita del 50% rispetto al 2020;
Gli utenti millennial sono in crescita del 35% rispetto al 2020.

L’eterogeneità degli utenti si riflette nella varietà di contenuti presenti sulla piattaforma.
Se le donne fra i 25 e i 34 anni dimostrano un interesse per i settori del fashion beauty e del lifestyle, i “baby boomer” manifestano una grande affinità per il giardinaggio, il viaggio, l’arte, la cura degli animali, il fai-da-te e la cucina.

Parole chiave e motori di ricerca

A differenza di Facebook e Instagram, l’algoritmo di Pinterest favorisce le parole chiave a coda lunga. Per questo motivo, la piattaforma funziona molto bene sui motori di ricerca, in particolare su Google Immagini, permettendo alle aziende (anche piccole) di generare milioni di visualizzazioni e intercettare lead interessanti senza mettere in atto campagne a pagamento. Mediante il caricamento di immagini che puntano direttamente al sito, ci si può posizionare all’interno della piattaforma e testare la viralità del proprio contenuto; lavorando sulle parole specifiche della propria nicchia di mercato, si possono ottenere ottimi risultati con zero investimenti, migliorando la presenza online.

Contenuti più incisivi e duraturi

Uno dei grandi vantaggi di Pinterest è la longevità dei contenuti pubblicati. Considerate che la vita media di un post non sponsorizzato su Facebook si aggira intorno ai 90 minuti, mentre un “pin” su Pinterest copre circa 3 mesi e mezzo.
In generale, l’impatto che i contenuti hanno sugli utenti è decisamente meno volatile rispetto a Facebook e Instagram, che si basano su interazioni fugaci. Al contrario, chi consulta Pinterest è spesso in cerca di idee negli ambiti più disparati, dall’arredamento al taglio di capelli: l’utente manifesta quindi un interesse non superficiale nei confronti dei contenuti che salva e aggiunge alle sue bacheche, arrivando a consultarli più volte nel tempo e, infine, ad agire sulla loro base, acquistando il mobile o adottando il taglio di capelli in questione. A testimoniare un interesse più profondo per i suoi contenuti, c’è anche il tempo di permanenza su Pinterest per singola sessione, che si assesta sui 16 minuti, contro i 12 di Facebook.

eCommerce

Pinterest accoglie tutte quelle persone che cercano idee per l’acquisto di nuovi prodotti e, di conseguenza, s’impone come un’importante opportunità da cogliere per chi vende online. Secondo Statista, nel 2020 gli utenti che in Italia hanno utilizzato Pinterest erano 6,63 milioni e il loro accesso alla piattaforma coincideva, il più delle volte, con una fase decisionale di acquisto. Infatti, da una recente ricerca di Shopify è emerso che il 93% degli acquirenti online usa Pinterest per cercare e valutare articoli da acquistare in seguito.

Se vuoi sapere come sfruttare le potenzialità di Pinterest per il tuo brand, contattaci.

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Filed Under: Social Media

Social storytelling: 4 tecniche per scrivere post efficaci

16 Giugno 2021

Quando si pensa allo storytelling, si immaginano narrazioni epiche e grandiose, che accompagnano spot premiatissimi e campagne rivoluzionarie. Tuttavia, i principi della narrazione sono facilmente applicabili anche alla scrittura di un post su Facebook o su Instagram.

Ecco 4 semplici tecniche di storytelling da utilizzare per la tua comunicazione sui social!

La formula di Dave Lieber

Partiamo dalla formula di storytelling condivisa da Dave Lieber nel TED Talk The power of storytelling to change the world. Lo schema, composto da da tre fasi, è un classico della narrazione che caratterizza numerosi romanzi e film, fra cui la maggior parte dei classici d’animazione Disney:

Presentazione del personaggio.
La narrazione catapulta il personaggio nel punto più basso della sua storia, quello che Walt Disney definiva the darkest hour (“l’ora più buia”).
La narrazione culmina in un colpo di scena che conduce il personaggio verso il suo lieto fine.

Lo vediamo bene in questo post di Airbnb, che recita: “Jane è stata una contabile per 20 anni. Durante la recessione, ha perso il suo lavoro quando la sua azienda è andata in bancarotta, e per mesi non è riuscita a trovare un lavoro. Quella che è cominciata come una necessità per stare a galla, si è trasformata in un nuovo modo di vivere. Airbnb l’ha connessa con il mondo e le ha dato l’ispirazione per diventare una guida turistica, in modo da condividere le bellezze della sua città con visitatori da tutto il mondo”.

Presentare Jane nel punto più basso della sua storia permette al consumatore di empatizzare con il personaggio in pochissime battute: il fatto che il suo lieto fine sia direttamente collegato al prodotto o servizio pubblicizzato conferisce valore al messaggio del brand, rafforzandolo.

Before – After – Bridge

Si parte introducendo il problema che si vuole risolvere (Before), si passa a immaginare una situazione in cui il problema è stato risolto (After) e infine si spiega com’è possibile arrivarci attraverso il proprio prodotto o servizio (Bridge).
Pensiamo a un esempio, il post di quella che potrebbe essere una marca di cibi surgelati: “Cucinare richiede tempo. Immagina se fosse possibile preparare un intero pasto in soli 5 minuti. Con i nostri prodotti, porti in tavola tutto il gusto della cucina italiana in tempo record”.
L’incipit del post mette in luce un problema realmente percepito dal consumatore (non avere il tempo di cucinare), a cui segue la descrizione di un mondo ideale (quello in cui è possibile preparare un intero pasto in 5 minuti), che appare quasi utopico: è proprio in questo momento che il brand sferra il suo colpo da maestro, presentando il suo prodotto o servizio come la “bacchetta magica” che permette al prodigio di compiersi, trasformando l’utopia in realtà.
Questa tecnica funziona anche perfettamente anche nelle introduzioni degli articoli dei blog aziendali e dei testi delle campagne di email marketing.

Star – Chain – Hook

In questa terza tecnica, si comincia attirando l’attenzione del pubblico con un incipit positivo, che costituisce la tua promessa finale, la “stella” da raggiungere (Star), poi si presenta una serie di fatti che testimoniano la credibilità e rafforzano il valore della tua promessa, mettendone in luce tutti i vantaggi in una catena (Chain) che, di anello in anello, trascina il lettore verso una call to action che lo cattura (Hook), spingendolo ad acquistare il tuo prodotto o servizio, al fine di raggiungere il suo obiettivo.

Immaginiamo un esempio, dividendolo in tre parti:
1. Impara una lingua straniera in 30 giorni, direttamente a casa tua (Star, la promessa finale).
2. Oltre 10.000 studenti lo stanno facendo. Sarai in diretto contatto con tre diversi insegnanti madrelingua. Oltre alla lezioni, potrai godere di quattro ore di conversazione extra incluse nel prezzo (Chain, la serie di vantaggi a sostegno della promessa).
3. Prenota ora! (Hook, la call to action finale, che si lega al prodotto o servizio che stai promuovendo).

Problem – Agitate – Solve

L’ultima tecnica è abbastanza simile a Before-After-Bridge, ma in questo caso abbiamo un problema da introdurre (Problem) e una tensione da far crescere (Agitate) fino alla sua risoluzione (Solve).
Nell’esempio riportato, abbiamo la presentazione di un problema molto comune (“Le videochiamate non sono sempre divertenti”), un elenco crescente di disagi che contribuiscono al problema (“Rumori di sottofondo che distraggono, immagini video che non compaiono, e una pessima connessione”) e infine un sospiro di sollievo finale, con l’introduzione del prodotto o servizio in grado di risolvere quel problema (“A meno che tu non stia usando Zoom”).

Vuoi consigli su come utilizzare lo storytelling per la tua comunicazione social? Contattaci.

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Filed Under: Advertising, Social Media

Instagram Stories: come e perché usarle per il tuo brand

5 Maggio 2021

In principio fu Snapchat, poi il formato delle “storie” è sbarcato ovunque, anche su Facebook e Whatsapp, trovando la sua più fortunata collocazione su Instagram.
Le cosiddette Instagram Stories sono il contenuto più utilizzato della piattaforma: oltre 500 milioni di persone interagiscono con loro ogni giorno, parliamo dell’87% degli iscritti al social network.

Insomma, si tratta di una grande risorsa da sfruttare per i brand: secondo i dati di Hootsuite, il 58% degli utenti afferma di essersi interessato a un brand dopo aver visualizzato una “storia”, mentre il 50% ha effettuato un acquisto dopo aver visto un prodotto o un servizio nelle stories.

Ma cosa si intende esattamente per “storie”, e com’è possibile sfruttarle per il proprio brand?
Ve lo spieghiamo punto per punto!

Instagram Stories: caratteristiche e vantaggi

Le storie sono contenuti (testi, foto e video), generalmente arricchiti da musica, gif, adesivi, filtri, effetti speciali, etc, che hanno una durata massima di 15 secondi e rimangono visibili per solo 24 ore.
Il principale vantaggio di questo formato è che, come conferma lo stesso Instagram, le storie vengono visualizzate in media più volte rispetto ai post: non a caso, la sezione che raccoglie le stories dei profili che si seguono è la prima che l’utente vede in alto, sopra il proprio feed di notizie.

L’ordine con cui queste compaiono dipende in parte da quali sono i profili con cui si interagisce di più, in parte da quali sono le storie pubblicate più di recente. L’aspetto fondamentale è che le storie dei diversi profili si susseguono automaticamente, quindi puoi cominciare a guardare la storia di un utente specifico, finendo per visualizzare quelle di molti altri, in un flusso continuo che puoi interrompere solo chiudendo la schermata.

Anche la foto profilo segnala, mediante un cerchietto colorato, quando un profilo ha caricato una nuova storia, invogliando l’utente a cliccare per vederla: per questo motivo, le stories vengono spesso utilizzate per ricondividere un post, garantendogli una maggiore copertura.

La visibilità è garantita anche dal formato stesso delle storie, che vengono fruite in modo semplice e rapido: le puoi scorrere velocemente, quindi – a differenza dei post, per i quali si può rischiare l’effetto “spam” – non sarà controproducente pubblicarne diverse al giorno, rimanendo sempre nella mente dei tuoi follower senza risultare invasivo.
Le storie ti permettono di osare, sperimentare, fare qualcosa di più “grezzo” e immediato, che sarà quindi percepito come più autentico, senza tuttavia intaccare la qualità del tuo feed, che invece è tendenzialmente permanente (eliminare un post è sconsigliatissimo, per l’algoritmo) e quindi deve essere sempre coerente e ineccepibile. La natura spontanea e veloce delle storie si manifesta anche attraverso il loro formato verticale, a tutto schermo, che restituisce una sensazione di “qui e ora”, come se quello che vedi stesse accadendo esattamente in quel momento, anche se la storia è stata pubblicata ore prima.

Instagram Stories: come sfruttarle per il tuo brand

Le caratteristiche delle storie si legano, naturalmente, alle varie funzioni per le quali possono essere utilizzate dai brand.
La loro natura effimera gli permette di differenziarsi dai post, tanto che lo stesso Instagram le definisce come uno strumento che permette di “condividere tutti i momenti della tua giornata, non solo quelli che vuoi tenere nel profilo”, anche se è comunque possibile salvare le storie in un’apposita sezione (Storie in Evidenza).
L’aspetto effimero delle storie si presta bene a comunicare promozioni temporanee ed offerte speciali, trasmettendo un senso di urgenza che ha alte probabilità di conversione, giocando sul concetto di “ora o mai più”: gli utenti sono spinti ad agire in fretta per non perdere un’occasione che gli viene concessa solo per un tempo limitato.

Anche l’azione di fare pubblicità ad un altro profilo o di ricondividere le storie in cui ti taggano non risulta altrettanto invasiva, perché scorre velocemente insieme agli altri contenuti e ha una durata limitata. Il fatto di ricondividere le storie di chi ti tagga, nello specifico, ha svariati vantaggi: da un lato fidelizzare chi lo fa, facendolo sentire “ascoltato”, dall’altro spingere sempre più persone a farlo – pubblicizzando, quindi, il tuo profilo – nella speranza di venire ricondivisi, e infine fornire a tutti gli altri utenti una prova tangibile del fatto che il tuo brand è seguito e apprezzato.
Inoltre, la natura spontanea delle stories è l’ideale per mostrare il backstage della tua attività, senza preoccuparti di fare video e foto “perfetti” come quelli del feed: l’imperfezione non solo è tollerata, ma è incentivata dallo stesso formato delle storie, che punta sull’immediatezza e sull’autenticità.
Non dimenticare che le storie vengono presentate in sequenza: questo è un punto di forza nel momento in cui si voglia presentare, ad esempio, un tutorial, o qualunque altro contenuto che si avvale di diversi “step”.
Ricorda infine che le storie sono uno dei contenuti con cui è più semplice e divertente interagire: gli utenti possono rispondere per iscritto, ma anche rispondere a sondaggi e quiz con un semplice tap, o esprimere il loro livello di soddisfazione attraverso un emoji. Insomma, non bisogna sottovalutare il potenziale delle storie di Instagram per entrare in contatto con il proprio pubblico.
Vuoi sapere come utilizzare le storie per il tuo brand? Chiedi a noi!

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Clubhouse: cos’è e come funziona il social network della voce

14 Aprile 2021

Negli ultimi mesi, a forza di sentir parlare di Clubhouse, vi sarete chiesti cos’è e come funziona questa nuova app.
Per questo abbiamo deciso di parlarne sul nostro blog: continuate a leggere per saperne di più!

Clubhouse: cos’è?

Clubhouse è un social network basato interamente sulla voce: non troverete quindi foto, video, storie e tutto ciò che siete abituati a vedere su Instagram, Facebook e così via. Forse è proprio per questo che se ne parla tanto, oltre che per l’aura di esclusività che si è guadagnato permettendo l’accesso solo a utenti iOS, rigorosamente su invito.

Clubhouse: come funziona?

Clubhouse è organizzato per stanze tematiche, in cui poter entrare e uscire: gli argomenti di conversazione sono variegati, filtrabili secondo i propri interessi. Si può accedere solo alle stanze attive in quel momento, ma è possibile visionare una lista delle stanze che verranno aperte successivamente, nei vari orari del giorno.

Entrando in una stanza, l’effetto che si prova di primo acchito non è molto lontano dall’ascoltare un programma radio, con la fondamentale differenza che a parlare sono persone comuni, non speaker radiofonici, e che è possibile interagire con loro. La funzione dell’alzata di mano permette infatti di prendere la parola, previa approvazione di chi amministra la stanza. Considerato che in una singola stanza ci possono essere centinaia di utenti, il ruolo degli amministratori è fondamentale per far sì che nessuno si sovrapponga: l’effetto finale è assolutamente armonico, sicuramente meno caotico di certe videochiamate di gruppo…
In fondo, ad avere il permesso di parlare sono tendenzialmente poche persone per volta, mentre gli altri ascoltano e basta: sarà interessante vedere come verrà gestita la situazione quando il social si aprirà a un pubblico più ampio, che vorrà sicuramente prendere la parola.
Ad ogni modo, chiunque può aprire una stanza e scegliere chi può averne accesso: tutti gli utenti della piattaforma o un pubblico più ristretto, ad esempio i profili che segui e che ti seguono, o solo quelli che decidi di invitare personalmente.

L’importanza della voce

Quando, con la nascita di Whatsapp, ci lamentavamo di dover ascoltare messaggi vocali infiniti, non avremmo mai potuto immaginare l’importanza che la voce avrebbe assunto di lì a poco, al punto da diventare uno dei digital trend più rilevanti degli ultimi anni.
Il 2020 era stato annunciato come “l’anno della voce”, in cui comandi vocali e podcast l’avrebbero fatta da padrone. Non è un caso, quindi, che la nascita di Clubhouse sia avvenuta proprio l’anno scorso, in piena pandemia.

In questo caso non si tratta né di messaggi vocali, né di podcast, dato che il valore aggiunto sta proprio nel fatto che si tratti di una conversazione in presa diretta, tanto che non è possibile recuperare quanto è stato detto prima del proprio accesso alla stanza.

Si tratta, insomma, di contenuti di cui puoi usufruire solo in diretta, come fosse una videochiamata di gruppo, con la differenza che interagisci – il più delle volte – con completi sconosciuti, e lo fai solo utilizzando la voce, senza preoccuparti di come appari in camera, di cosa indossi o di dove ti trovi. La voce rivela l’essenza più profonda di una persona, permettendo agli utenti di mostrarsi per quello che sono: “l’intonazione, l’inflessione e l’emozione trasmesse attraverso la voce consentono di cogliere sfumature e formare connessioni umane”, spiegano i fondatori di Clubhouse. Sarà anche per questo che, rispetto ad altri social, “le persone tendono ad essere più responsabili di quello che dicono”, come scrive Stefano Maggi, docente di Contenuti Creativi per il Web alla IULM di Milano.

Clubhouse elimina quindi sia il contatto visivo, con la conseguente ansia da prestazione che spinge a mostrare un’immagine di sé distorta da filtri e ritocchi, sia i limiti della comunicazione scritta, che non avviene mai realmente in presa diretta, e che porta a fraintendere toni e intenzioni. Grazie al solo ausilio della voce è quindi possibile intraprendere conversazioni più dirette, sincere ed empatiche, che possano – ce lo auguriamo – portare a legami “virtuali” più stretti e profondi.

Anche per un brand può essere utile cominciare ad esplorare le possibilità di questo nuovo social, che permette di instaurare un contatto più diretto con i propri clienti.
Per consigli su come utilizzare Clubhouse, contattaci!

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