In un’era in cui la visibilità è tutto, l’idea di sparire dai social media può sembrare controintuitiva, eppure porta con sé una riflessione interessante. Dovremmo essere sempre presenti o c’è valore anche nell’assenza? La risposta è complessa: sì e no. È importante esserci per costruire un dialogo con il proprio pubblico, ma anche l’assenza ha potere comunicativo.
Shhh, parla l’assenza.
Fare silenzio in mezzo a tanto rumore è un atto di distinzione. L’assenza rompe la routine e infrange l’aspettativa del dover esserci. Dà delle pause e crea curiosità, attesa e riflessione. Questo spazio vuoto genera domande e amplifica l’impatto di un eventuale ritorno sulla scena. L’attesa generata dal marketing dell’assenza è d’altronde una via che stuzzica il desiderio, creando quel velo di mistero, di limited edition, che genera la voglia di scoprire il non detto.
Come le leggende?
Molte aziende hanno sperimentato il marketing dell’assenza. Un esempio eclatante è Lush, con il suo social detox, o Bottega Veneta, che ha scelto di ritirarsi dai social media per un periodo con un atto consapevole e forte, intensificando il senso di esclusività del brand. Anche molti artisti, d’altronde, sfruttano la tecnica di sparire temporaneamente per poi tornare presenti con più forza. La campagna silenziosa, insomma, può aumentare il volume delle prossime cose da dire.
Questione di Fomo?
Tuttavia, sono le stesse logiche delle piattaforme digitali che ci incoraggiano a essere costantemente attivi, e la FOMO (Fear of Missing Out) – la paura di essere esclusi da esperienze, eventi e spinte algoritmiche – può portarci a saturare i nostri contenuti. Ciò rischia di far scendere la qualità, facendo risultare la presenza ripetitiva o scontata.
È davvero possibile creare qualità e interesse ogni giorno?
Puntare sulla quantità piuttosto che sulla qualità può portare a una visibilità senza sostanza. Al contrario, lavorare nell’ombra e riapparire con un contenuto significativo può generare una maggiore attenzione. Come si dice, “less is more”: quando si sceglie di essere presenti, bisogna non essere dati per scontati. Fare la differenza.
Essere presenti nel presente.
La visibilità continua permette però di mantenere vivo il rapporto con la propria community, consolidando la fiducia e rafforzando il riconoscimento del brand o del personal brand.
La presenza quotidiana offre anche l’opportunità di sperimentare nuovi trend ed essere attuali, monitorando in tempo reale le reazioni del pubblico e ottimizzando la propria strategia di comunicazione. Insomma, esserci permette di rimanere rilevanti e al centro della conversazione.
Quindi? Esserci o non esserci?
Forse non è questione di esserci sempre, ma di esserci le volte che contano.
Esserci quando si ha qualcosa di sostanza da dire, contando sul fatto che si può avere spesso qualcosa di interessante da dire, quando ci si mette in un’ottica di comunicazione autentica, seguendo e approfondendo i propri valori.
Ricordandosi, poi, che anche sapersi nascondere può essere significativo e dare nuovo valore alla propria presenza.
Comunica ciò che conta.