• Home
  • Works
  • Destinations
    • servizi digital
    • grafica
  • Our world
  • Travellers
  • Journal
  • Contacts
  • Skip to main content
Siks adv

Siks adv

Agenzia di comunicazione a Genova

Instagram

Coronavirus: quella degli influencer è più di una “semplice influenza”

17 Marzo 2020

Siamo arrivati ad inizio 2020 pensando che la professione “Influencer” fosse arrivata al capolinea. Ci troviamo a marzo, in piena emergenza sanitaria, a constatare invece quanto chi possa godere di un così ampio bacino d’utenza abbia un ruolo chiave nella situazione che questo paese sta attraversando.
Insomma, parafrasando chi tende a sottovalutare l’emergenza legata al Coronavirus, potremmo dire che quella degli influencer è più di “una semplice influenza” e può portare a conseguenze estremamente positive o negative in una situazione così delicata.
Il modo in cui gli Influencer nostrani hanno reagito all’epidemia sono i più disparati: alcuni hanno completamente ignorato la situazione, altri l’hanno sottovalutata con successive scuse e lacrime di coccodrillo.
Non sono mancate le gaffe, ma c’è anche chi ha preso atto della propria popolarità e competenza e ha cercato di rendersi utile.

Veronica Civiero e @ViralVeneto

Partiamo da un caso positivo, quello di Veronica Civiero, Global Solutions Manager presso Facebook che ha sfruttato le sue competenze e la sua influenza per creare ViralVeneto in collaborazione con il Presidente della Regione del Veneto, la Regione Veneto e diversi influencer. L’obiettivo, parte di un progetto più ampio denominato “Viral Italy”, è quello di contrastare le “fake news” attraverso i canali social. Il team di ViralVeneto è in contatto costante con l’Ufficio Stampa della Regione, da cui le informazioni vengono poi “adattate” ai social network e pubblicate su Instagram e Tik Tok.

“È nato tutto per caso”, spiega Veronica Civiero. “Io mi occupo di comunicazione e in questi giorni di emergenza coronavirus mi sono resa conto che sui social i profili delle istituzioni sono poco seguiti, nonostante siano ricchi di informazioni utili. Allora ho preso l’iniziativa e ho parlato direttamente con il governatore Luca Zaia”. Quest’ultimo si è detto entusiasta, arrivando a dichiarare: “Affidiamo agli influencer il piano di rilancio del Paese”.

Chiara Ferragni, la raccolta fondi e l’avvertimento a Kendall Jenner

Che faccia bene o che faccia male, la nostra Chiara nazionale è sempre a rischio attacco, ma in questa occasione ha sfruttato la sua popolarità per una giusta causa. C’è chi la critica, chi afferma che l’abbia fatto solo per ulteriore notorietà.
Resta il fatto che la Ferragni ha dato via ad un progetto che è stato condiviso e supportato da migliaia di persone: una raccolta fondi per la creazione di nuovi posti letto nei reparti di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Chiara e Fedez hanno donato 100.000€, e moltissimi utenti hanno già effettuato la loro donazione superando in poche ore il milione e cinquecentomila euro. Ad oggi, si è superato di gran lunga l’obiettivo dei 4.000.000 euro.
Sempre Chiara Ferragni, dopo aver invitato i suoi follower italiani a non minimizzare la situazione (“Usate il cervello”), ha lanciato un importante messaggio agli influencer d’oltreoceano, in particolare a Kendall Jenner, una delle tante che aveva bollato il Coronavirus come “una semplice influenza”. Il post di Chiara invita gli americani a non sottovalutare il problema, come abbiamo fatto noi italiani qualche settimana fa: “Pensavamo fosse una fottuta influenza per la maggior parte delle persone, ma abbiamo dovuto imparare nella maniera più dura che è molto più di questo” e conclude con un appello: “Per favore, siamo uniti in questa lotta e non diffondiamo il messaggio sbagliato”.

Le gaffe degli Influencer

Dopo le note di merito, vediamo chi sono i “bocciati” e i “rimandati”.

In principio ci fu il complottismo e il razzismo nei confronti dei cinesi, come nei casi di Aurora Betti, Giulia Calcaterra e Selvaggia Roma.

Poi, quando il Virus ha cominciato a diffondersi in Italia, ci si è divisi fra chi ha colto l’occasione per riesumare l’eterno scontro Nord-Sud (come Elisa De Panicis, che in riferimento al contagio in Lombardia e Veneto afferma che “per una volta il sud ha vinto contro il nord”), chi si fa prendere troppo dal panico e chi sottovaluta troppo la questione.
Decisamente bocciata Victoria Tei, che commenta così l’invito dei media e delle istituzioni a rimanere a casa: “A me non frega niente, io continuo a uscire. Quando morirà una persona di età tra i venti e trenta/quaranta, giovane e in salute, allora lì mi preoccuperò”.
Hanno destato scalpore anche Soleil Sorge e Marco Ferrero, ‘scappati’ ai Caraibi in piena emergenza Coronavirus, e Denis Dosio, che afferma candidamente di essere “scappato da Milano tipo Usain Bolt”.
Criticatissime infine le gaffe di due influencer molto seguite come Chiara Biasi e Chiara Nasti: la prima ha pubblicato lo screenshot di un suo messaggio privato che recitava, in riferimento al virus, “E nessuno che mi sta sul cazzo che muore!”; la seconda si è fatta una manicure a tema Coronavirus, aggiungendo “Fate finta che l’ho preso anch’io”. Entrambe “rimandate”.

Francesco Facchinetti, a capo dell’agenzia di talenti Newco Management, ci tiene a prendere le distanze: “Chiedo scusa per aver reso celebri certi blogger, influencer, che, non avendo nulla nella testa, dicono cose sui social tipo: ‘Ma io me ne vado in giro, tutto questo è esagerato’. Purtroppo queste persone hanno milioni di followers e la colpa è mia. Prenderò provvedimenti”.

Articoli recenti

  • Coronavirus e Infodemia. I Social Media contro le Fake News
  • Il Coronavirus contagia la rete, i brand rispondono
  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata

Filed Under: Instagram, Social Media Tagged With: coronavirus, influencer marketing

Instagram: metamorfosi estetica? Ecco cosa sta succedendo

9 Maggio 2019

Instagram, da reale trend-setter popolato dagli ormai ultra-noti influencer, muta aspetto in tempi vertiginosi, velocissimi: non tanto per il layout, come fa il cugino Facebook, ma proprio a livello di aspetto, di mood delle immagini che lo popolano.
Un cambiamento di estetica guidato dalla Generazione Z dove i millennials, con le loro immagini di caffè e pc, non si trovano più così a loro agio. La metamorfosi sta, ovviamente, prendendo piede soprattutto negli USA, come testimonia il magazine The Atlantic, ma viene da chiedersi se questa contagerà presto anche il vecchio continente.

Gli utenti crescono (o meglio, cambiano) e l’estetica si plasma:

La piattaforma Instagram è cresciuta così tanto negli ultimi 2 anni da arrivare a contare quasi 1 miliardo di utenti mensili. Ed è proprio questa massa che sta apportando un reale cambio di estetica: i protagonisti sono ora pareti luminose, lattine disposte ad arte, toast all’avocado, l’aspetto curato, patinato e lucido, le luci fredde e correzione cromatica fai-da-te. Niente più calore, niente più filtri Lo-Fi. E le foto che impersonificano queste tendenze riscuotono un tale successo che il mood è ormai sinonimo della piattaforma stessa; anzi, sta dilagando all’esterno.
Proprio The Atlantic ci invita a “farci caso”: anche se non utilizzi l’app, hai sicuramente incontrato, in un ristorante, in un bar, un bagno dai colori vivaci che sembra fatto apposta per essere fotografato.

Sempre The Atlantic interpella, poi, James Nord, Amministratore Delegato di Fohr, una piattaforma di consulenza e gestione specializzata in influencer marketing, il quale afferma di vedere ogni giorno questo cambiamento direttamente nei numeri – in termini di follower – dei suoi clienti: “Ciò che ha funzionato prima, ora non funziona più“, dice. “Per la prima volta, gli influencer si scontrano realmente con il problema di poter continuare a crescere mentre i gusti degli utenti Instagram cambiano repentinamente. Un anno fa, un influencer poteva pubblicare uno scatto con mani ben curate su una tazza di caffè e fare man bassa di mi piace, ma ora non più.”

Sempre secondo Fohr, il 60 percento degli influencer con più di 100.000 follower in realtà sta perdendo centinaia seguaci, mese dopo mese. “È piuttosto impressionante“, dice Nord “Essere un influencer che, nel 2019, fa ancora coloratissimi scatti in piedi di fronte agli ‘Instagram wall’ è difficile.”

Musei e big fun art a portata di scatto

Facciamo un passo indietro: “Instagram wall”? Sì; anzi, oltre ai muri di più: perché esistono veri e propri “musei” creati apposta per gli scatti social. Almeno Oltreoceano. E si tratta di reali manifestazioni di quell’epoca che il critico di Artnet New Ben Davis ha chiamato “Big Fun Art”. Infatti, i social come Instagram hanno portato a un modo più popolare di consumare cultura: ovvero, attraverso questi musei-contenitori di installazioni coinvolgenti, fatte di gomma, marshmallows, biglie, così divertenti e foto-friendly, dove basta pagare un ticket di ingresso – dai 30 dollari ai quasi 200 di un vip pass – per i propri scatti da esporre sul social a caccia di nuovi likes.
Ma, anche qui, qualcosa sta cambiando: pare che queste location multicolor non siano poi più così appetibili perché non più in sintonia con la nuova estetica in arrivo da Instagram, fatta di luci fredde e di pose molto meno plastiche.

La dura vita dell’Influencer

Certo, la piattaforma stessa potrebbe essere parzialmente responsabile di come si sono evolute le cose: ma sono i gusti di chi popola Instagram a dettare legge, la loro età, e il loro senso estetico, trasmettendo queste necessità anche agli influencer stessi, i quali, in più casi, hanno denunciato  casi di burnout e di stress causato dal dover a tutti i costi mantenere la perfezione. Un motivo in più per abbandonare il proprio stile, cedendo a quelle che sono le richieste degli utenti, pena la perdita del titolo di trend-setter.

Che cosa succederà in Italia nei prossimi mesi? Lo scopriremo, e vedremo se questa tendenza spopolerà anche nel nostro paese. Nel mentre, curare al meglio la propria presenza sui social, prestando massima attenzione ai trend, applicandoli alla propria strategia sembra essere la soluzione migliore.
Come? Non hai una strategia? Bene, allora qui possiamo aiutarti noi!

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Campagne Marketing, Instagram, Social Media Tagged With: social media marketing

Fake influencers: la guerra su scala mondiale di Instagram

15 Gennaio 2019

Dura la vita da influencer, soprattutto se pianifichi di diventare uno di quelli veri, con un profilo che supera almeno i 15.000 follower.
Per questo, nel vasto mondo di Instagram, molti utenti hanno iniziato ad architettare qualche maldestro stratagemma. Perché passare da utente di livello medio a un “influencer” professionale (prestate molta attenzione a questa parola), e quindi in grado di avere grande ascendente sugli altri profili, per guadagnare revenue in prodotti o denaro, è davvero un compito ingrato. Così, tanti hanno adottato una nuova strategia: fake it, until you make it, come dicono gli americani. E da qui parte il fenomeno dei fake influencers: un fenomeno ormai diffuso anche in Italia e portato agli onori della cronaca da “The Atlantic”, webzine americana, che ha stilato una lista di profili e azioni fake.

“In the influencer world, it’s street cred,” said Brian Phanthao, a 19-year-old lifestyle influencer in San Diego who sees fake ads all over Instagram. “The more sponsors you have, the more credibility you have.” Ovvero: “‘Nel mondo degli influencer, è tutta questione di street credibility’, ha dichiarato Brian Phanthao, un influencer di 19 anni che vive a San Diego e che vede false ads  in ogni dove su Instagram. ‘Più sponsor hai, più credibilità hai’“.

Ed è proprio così: moltissimi influencer – o presunti tali – taggano e usano caption per i marchi che utilizzano nelle foto, indipendentemente dal fatto che gli oggetti del desiderio (abiti, saponi, profumi, vacanze, persino auto) siano stati acquistati, dati loro gratuitamente o facciano parte di una campagna pubblicitaria.  E questo perché per i “profani” della timeline è decisamente difficile, se non impossibile, dire se un influencer è realmente tale, al netto dei like, dei commenti e dei tag.

Le multinazionali che dicono “no”

La scorsa estate, precisamente il 18 giugno, durante il Festival della Pubblicità di Cannes, la multinazionale Unilever, colosso da oltre 60 miliardi di dollari di fatturato e proprietaria di brand come AXE, Dove, Cerruti, ha dichiarato che non verranno mai più accettate partnership con influencer i cui numeri siano falsificati con bot e app di terze parti. Guerra, questa, che coinvolge sia profili sconosciuti che insospettabili big, i quali, come rivela uno studio di Rolling Stones Italia, hanno “pompato” e continuano a pompare i propri profili i cui KPI iniziano a scricchiolare.

E Instagram non sta – di certo – a rimirar le stelle

“Starting today, we will begin removing inauthentic likes, follows and comments from accounts that use third-party apps to boost their popularity.” Così ha tuonato il social network in un blog post dello scorso 19 ottobre. Diktat, questo,  che si è rivelato più che attendibile: infatti, poche ore dopo, Instagram ha cominciato un’operazione di rimozione di mi piace, follower e commenti non reali e organici da una marea di account che utilizzano app esterne al social per aumentare la propria popolarità: insomma, a qualcuno piace reale. Attraverso questi nuovi strumenti di moderazione, la regia di Cupertino possiede ora modalità innovative per smascherare gli impostori che non hanno intenzione alcuna di attendere la crescita organica del proprio profilo.

Com’è avvenuto tutto questo? Attraverso una comunicazione: tanti nanoinfluencer – persone non famose con profili inferiori ai 1000 follower che tentano di ottenere prodotti in cambio di recensioni o fingono di aver ottenuto partnership di brand – hanno ricevuto un messaggio in-app che avverte la cancellazione di tutte le revenue social non veritiere. Insomma, “in prigione, senza passare dal via”. Giovanissimi e meno giovani: la corsa all’oro della conquista dei brand tramite social fa gola a tanti. Ma le misure di protezione attuate da brand e Instagram sono ormai inespugnabili: perché aziende e social vogliono vedere reali capacità professionali, una passione per il brand palpitante, e un duro lavoro dietro ogni pic. Un compito difficile, sì, ma potrebbe valerne la pena.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Instagram, Social Media

I trend Instagram nel 2019, tra advertising ed ecommerce

12 Dicembre 2018

Instagram riuscirà a divenire il re del content marketing? Probabilmente sì. E non solo! Infatti, questo canale – che ha scalato le vette degli accessi, passando da 90 a 1000 milioni di utenti annuali nel giro di 10 anni – sta valicando le barriere del networking social e della semplice dimensione visual, divenendo uno degli strumenti più apprezzati per pubblicizzare e per dare un quid in più alla notorietà di brand e di personaggi pubblici. Una previsione, questa, che nel 2019 diventerà una certezza, grazie ad alcuni tool Instagram: dalla IGTV, al bottone shop con collegamento immediato all’e-commerce. Facciamo, quindi, un punto insieme!

2019: sarà l’anno dei micro-brand

Instagram favorisce il marketing di micro-marche, dalla sua nascita: nonostante l’evoluzione del social nel tempo, questo amore per i piccoli è rimasto immutato. E, per il 2019, vedremo pirotecniche esplosioni di piccole aziende e marchi sulla piattaforma: ricorda, quindi, per le tue strategie, di tenere assolutamente di conto Instagram.
Già: perché questo social non vira la sua comunicazione verso il mare magnum delle notizie, ma  favorisce l’interazione e la narrazione, divenendo così uno dei migliori canali di distribuzione dei contenuti per i micro-marchi.

IGTV: la novità 2018 diventerà big player

Annunciata e lanciato a giugno, IGTV è la nuova piattaforma video mobile per la riproduzione di video esclusivamente verticali: perfetto, quindi, per la produzione di contenuti che si rivolgono a un pubblico esclusivamente mobile.
Ma… c’è un motivo dietro a questa scelta “verticale”? Certamente: Instagram desidera incoraggiare le persone a creare contenuti video in maniera semplice e immediata, attraverso lo smartphone, senza compromettere qualità e messaggio, riallacciandosi, così, alle possibilità che il social mette a disposizione per i micro-brand.

Quante… stories!

Le stories sono ormai parte delle condivisioni quotidiane. Ebbene, questo sistema – nato proprio da Instagram e divenuto anche appannaggio di Facebook –  risulta essere uno strumento di comunicazione immediato, perfetto per utenti e per inserzionisti, grazie all’animo one shot e alla durata di solo 24 ore. Ma c’è di più: nel 2019 arriveranno gli annunci Stories, che permetteranno di inserire banner pubblicitari tra le storie.
E, affinché gli annunci possano portare alla conversione e ottenere un ottimo ROI, dovrebbero essere di prim’ordine in termini di contenuti e design, nonché in target con ciò che il pubblico vuole vedere, ascoltare o comprare.

Shopping, con un semplice pulsante

Al momento, Instagram non possiede ancora funzionalità e e-commerce native: ma molte funzionalità per lo shopping sono in via di sviluppo e, nel futuro più immediato, dovremo aspettarci sviluppi e grandi novità.
Intanto, però, possiamo annunciare che, nel 2019, sarà possibile visualizzare i post commerciali nelle stesse stories!
Questi post saranno infatti contrassegnati da una shopping bag come icona che apparirà su un angolo dello schermo: toccando l’icona, si potranno visualizzare i dettagli del prodotto e accedere alla pagina Instagram – interna all’applicazione – dove si possono vedere ancora più dettagli. Cliccando, infine, sul pulsante “acquista ora”, si aprirà una landing page che porterà alla sito Web del venditore.

Insomma, Instagram presenta davvero una carrellata di possibilità in vista di un 2019 all’insegna del content visual e video: ed è già tempo di fare nuovi propositi. Quale tra queste opportunità, quindi, fa per te?
Se vuoi seguici sul nostro canale Instagram!

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Instagram, Social Media

Facebook e Instagram: gli Insights che migliorano la comunicazione

19 Novembre 2018

I social network, con il corso degli anni, sono diventati tra i più efficaci strumenti comunicativi per la promozione di brand, prodotti e personalità. E, appunto, proprio per l’importanza che questi veri e propri sistemi di push hanno assunto nel tempo, sono stati creati strumenti di misurazione delle performances facili e alla portata di tutti che svelano – come la cartina di tornasole – l’effetto che contenuti, post, immagini e video hanno sul pubblico; così come il pubblico interagisca con essi, con la finalità è quella di creare strategie circolari di comunicazione.

Ma come funzionano? Vediamolo insieme!

Facebook: Audience Insights

Usare gli Audience Insights: che sia una programmazione a livello advertising, oppure una pagina che ancora si alimenta di una crescita organica, i dati insight e audience insight (basati quindi sulle persone che interagiscono con le nostre pagine) sono essenziali.
E lo sono perché permettono di ottenere informazioni aggregate su ben tre tipologie di persone: quelle connesse alla tua pagina, con il famoso like, le persone presenti nel tuo pubblico personalizzato e le persone in generale su Facebook. Grazie infatti a questa suddivisione puoi creare contenuti interessanti, trovando un numero maggiore di persone in target a quelle che fanno già parte della tua audience.

Luci puntate, poi, sui dati demografici, che si suddividono per età e genere, livello di istruzione, titoli professionali, situazione sentimentale, lavoro, interessi e hobby delle persone.
Non solo però: anche le azioni vengono indicate. E, con azioni, si intendono informazioni di terzi sui prodotti relativi alle persone: un dato fondamentale per comprendere necessità e interessi potenziali ad acquisti, così come gli stili di vita e le celebrazioni: Audience Insights, infatti, combina i dati sulla situazione sentimentale, le dimensioni della famiglia, il luogo – di lavoro e di vita – fino al compleanno!
Per saperne di più, Facebook ha pubblicato la guida completa – e ufficiale – a  questo link!

Instagram

Anche Instagram utilizza una carrellata di strumenti di insights davvero ampie e variegate: perché anche su questo social, property Facebook da ormai tre anni,  la crescita dell’engagement è strettamente correlata proprio all’analisi dei dati.
Facebook Insights è uno strumento introdotto nel 2016 e nato con l’obiettivo di aiutare i profili aziendali a saperne di più sull’engagement dei contenuti. E, proprio come accade per il fratello maggiore Facebook, gli Instagram Insight ci dicono di più più circa le abitudini di follower e target, facendo il punto su quali possano essere poi i contenuti migliori da proporre per il target del brand.

La funzione Instagram Insight, però, non è disponibile per i singoli profili, ma viene messa a disposizione solo per profili aziendali. Non solo: è necessario il collegamento con una pagina Facebook. Un beneficio, questo, che permette però di incrociare i dati dei singoli social e creare sponsorizzazioni intersecate. Con Instagram Insight puoi fare un check su impression (il numero totale delle visualizzazioni); sulla copertura (il numero totale di visualizzazioni); il numero degli accessi unici fatti da chi ha visualizzato i tuoi post e stories, fino alle performance dei singoli contenuti.

E… le storie?

Entrambi i social danno la possibilità di creare le storie (contenuti temporanei visibili per 24 ore e che attingono a foto e video delle 24 ore precedenti, personalizzabili): come possiamo però visualizzare le performances delle stories?

Quindi, oltre a impression e copertura, le storie prevedono anche i seguenti parametri:

  • Forward: chi ha proseguito nel guardare la storia.
  • Back: “indietro”, il numero di tocchi nelle parti precedenti della storia; risposte e interazioni, fino alle uscite.
  • Risposte: il numero di risposte a questa foto o questo video nella tua storia.

Con questa piccola guida introduttiva, abbiamo voluto darti gli strumenti – essenziali – per misurare le revenue della tua presenza aziendale e di brand sui social network che danno maggiore risalto alle attività, ai prodotti e ai messaggi che si desiderano lanciare.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Facebook, Instagram, Social Media

Instagram spiega come funziona il suo algoritmo: cambiamenti in vista per il mondo del visual marketing?

26 Giugno 2018

Un nuovo algoritmo di feed per Instagram: la notizia è stata data da Social Media Today lo scorso 2 giugno. L’azienda di proprietà di Facebook ha analizzato, davanti a un’accolita di giornalisti esperti di tech, il nuovo modo con cui il sistema ordina i contenuti nella timeline. Nessun segreto, ma tanti nuovi funzionamenti. Vediamoli insieme!

Interesse, relazione, tempestività: gli ingredienti nuovo algoritmo

L’algoritmo brand new di Instagram tiene conto di tre importanti fattori principali, che caratterizzano il nuovo funzionamento:

  • Interesse: l’algoritmo determinerà l’ipotetico interesse della community verso ogni singolo post, calcolando innanzitutto l’impegno di chi pubblica contenuti simili, quasi tematici. Il sistema valuterà anche il reale contenuto visivo dei post, grazie agli strumenti di riconoscimento delle immagini, in continua evoluzione;
  • Tempestività: ovvero, post freschi di pubblicazione. Infatti, nei mesi scorsi, l’utenza si era lamentata del fatto che i contenuti nei loro feed fossero troppo vecchi, e così il social ha messo una pezza;
  • Relazione: i fattori utilizzati in questo calcolo potrebbero includere interazioni comuni, come commenti e like sui post degli altri, ma anche messaggi e tag (ad esempio se si è comunemente taggati nelle immagini di quella persona, e viceversa).

Insomma, l’interazione e l’immediatezza vengono premiati; ma è l’elemento di riconoscimento dell’immagine ad aggiungere qualcosa di interessante e assolutamente hi-tech.

L’organizzazione della timeline:

La natura visiva della piattaforma ha dato vita a un nuovo layout di timeline, che organizza il contenuto in canali tematici. Invece di fare riferimento ai soli hashtag, che sono comunque un elemento testuale, Instagram potrebbe anche utilizzare il contenuto dell’immagine stessa per evidenziare un tema interessante per le sue community. Uno sviluppo, questo, che svela anche la prossima ipotetica evoluzione del sistema di algoritmi di Instagram: l’accento è posto molto di più su ciò che è effettivamente presente in ogni immagine, piuttosto che tag o didascalie. Questo ha senso: per i professionisti del marketing, tutto ciò potrebbe portare a un cambiamento significativo nel modo di pubblicare e nella scelta dei contenuti dei piani editoriali.

Oltre a questo, Instagram ha anche cercato di sfatare alcuni miti:

  • L’algoritmo non favorisce i post di immagini o video con un numero esagerato di hashtag e tag ma, come abbiamo detto sopra, si baserà soprattutto sul comportamento di ciascun utente.
  • Non c’è alcuna penalità per la pubblicazione troppo frequente: se pubblichi spesso, molto semplicemente i tuoi post saranno intervallati da aggiornamenti di altri utenti.
  • L’algoritmo non dà preferenza ai conti personali o aziendali: sono tutti classificati allo stesso modo.

Un ultimo dato: prima dell’introduzione dell’algoritmo, gli utenti spendevano circa 21 minuti al giorno nell’app, ma dal momento della sua implementazione, sono passati in media a 24 minuti al giorno per utente. Un dato significativo per un cambiamento che sembra dare una rilevanza particolare alle interazioni – social! – e ai contenuti realmente appetibili per le diverse fasce di pubblico che ogni giorno popolano la piattaforma visual più amata al mondo.

Articoli recenti

  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Instagram, Social Media




Copyright © 2025 Siks Adv Srl · Vico degli Indoratori 56/58 r 16153 Genova Italia · +39 010 2530096 · info@siks.it · P. Iva 01623020995
• • • • •
Privacy Policy Cookie Policy