• Home
  • Works
  • Our world
  • Travellers
  • Journal
  • Contacts
  • Skip to main content
Siks adv

Siks adv

Creative communication agency

News dal Web

Real time marketing: come Renault ha risposto a Shakira

30 Gennaio 2023

Il nuovo singolo di Shakira, Music Sessions Vol 53, è diventato virale.
Nel testo, la cantante si scaglia contro l’ex marito, il calciatore Gerard Piqué, e la sua nuova fidanzata, Clara Chia Marti, con un verso in particolare: “Hai scambiato una Ferrari con una Twingo, hai scambiato un Rolex con un Casio“.
Insomma, Shakira associa sé stessa a due brand di lusso (Ferrari, Rolex), ponendoli in contrasto con i due marchi a cui associa la rivale (Twingo, Casio): il paragone ha fatto furore, scatenando l’ironia del web.
Come spesso accade, gli utenti sono stati più veloci dei brand: in pochissimo tempo è nato un account fake di Casio che su Twitter ha pubblicato risposte divenute virali come “Non saremo Rolex, ma i nostri clienti ci sono fedeli” (un riferimento al fatto che Piqué abbia tradito Shakira) e “La batteria dei nostri orologi dura più della relazione di Piqué e Shakira”.

Renault ha adottato un approccio simile sui suoi canali social ufficiali, riconnotando in positivo alcune caratteristiche del proprio prodotto mediante riferimenti diretti al testo della canzone. Se Shakira, rivolgendosi a Piqué, dice di essere sprecata “per tipi come te”, Renault ribatte sostenendo che il modello in questione è invece specificatamente rivolto a “tipi e tipe come te”. Presentando la Twingo come un’automobile per tutti, Renault ne valorizza l’accessibilità in contrasto con il lusso della Ferrari, per molti irraggiungibile, a cui Shakira si accosta. È un concetto curiosamente simile al celeberrimo Think Small della storica campagna di Wolksvagen del 1959, per cui la semplicità diventa un punto di forza.

Pa tipos y tipas como tú. ¡Sube el volumen! #Renault #Twingo #claramente #joven #urbano #eléctrico #ágil #Icónico #compacto #travieso pic.twitter.com/eND207qM3H

— Renault España (@renault_esp) January 12, 2023

La risposta più eclatante è arrivata, a sorpresa, con un’insegna fisica. Fotografato da numerosi passanti, il cartellone pubblicitario – posto nei pressi dello stadio di Barcellona, in cui si allena Piqué – ha presto fatto il giro del web.


Qui troviamo diversi copy che, citando il testo della canzone, mettono in luce i punti di forza della Twingo in contrasto con la relazione fra Shakira e Piqué. ad esempio: “Da 0 a 100 in più tempo di quanto è durato il vostro matrimonio” e “Il nostro motore non ti lascerà mai, il tuo ex marito lo ha già fatto”.

Più sottile la risposta di Renault Colombia (paese Natale della cantante), che su Twitter promette a Shakira di amarla per sempre (sottinteso: a differenza di suo marito).

Twingo te va a querer siempre @shakira
Lo prometemos. #Twingo #Twingo30años https://t.co/y387N5fNWy

— Renault Colombia (@Renault_Co) January 12, 2023

Insomma, da un lato Shakira ha sminuito la Twingo paragonandola con la Ferrari, dall’altro Renault ha posto l’enfasi proprio su ciò che la distingue da un’auto di lusso e ha “studiato” bene il testo della cantante per rispondere con frecciatine altrettanto fulminanti.
Ritrovandosi inaspettatamente al centro di un evento mediatico di ampia portata, Renault ha colto l’occasione per prendere le redini e ribaltare la situazione con ironia e tempestività.

Noi possiamo aiutarti a valorizzare l’identità del tuo brand in ogni occasione. Contattaci!

Filed Under: Creatività, News dal Web, Social Media Tagged With: social media marketing

Clubhouse: cos’è e come funziona il social network della voce

14 Aprile 2021

Negli ultimi mesi, a forza di sentir parlare di Clubhouse, vi sarete chiesti cos’è e come funziona questa nuova app.
Per questo abbiamo deciso di parlarne sul nostro blog: continuate a leggere per saperne di più!

Clubhouse: cos’è?

Clubhouse è un social network basato interamente sulla voce: non troverete quindi foto, video, storie e tutto ciò che siete abituati a vedere su Instagram, Facebook e così via. Forse è proprio per questo che se ne parla tanto, oltre che per l’aura di esclusività che si è guadagnato permettendo l’accesso solo a utenti iOS, rigorosamente su invito.

Clubhouse: come funziona?

Clubhouse è organizzato per stanze tematiche, in cui poter entrare e uscire: gli argomenti di conversazione sono variegati, filtrabili secondo i propri interessi. Si può accedere solo alle stanze attive in quel momento, ma è possibile visionare una lista delle stanze che verranno aperte successivamente, nei vari orari del giorno.

Entrando in una stanza, l’effetto che si prova di primo acchito non è molto lontano dall’ascoltare un programma radio, con la fondamentale differenza che a parlare sono persone comuni, non speaker radiofonici, e che è possibile interagire con loro. La funzione dell’alzata di mano permette infatti di prendere la parola, previa approvazione di chi amministra la stanza. Considerato che in una singola stanza ci possono essere centinaia di utenti, il ruolo degli amministratori è fondamentale per far sì che nessuno si sovrapponga: l’effetto finale è assolutamente armonico, sicuramente meno caotico di certe videochiamate di gruppo…
In fondo, ad avere il permesso di parlare sono tendenzialmente poche persone per volta, mentre gli altri ascoltano e basta: sarà interessante vedere come verrà gestita la situazione quando il social si aprirà a un pubblico più ampio, che vorrà sicuramente prendere la parola.
Ad ogni modo, chiunque può aprire una stanza e scegliere chi può averne accesso: tutti gli utenti della piattaforma o un pubblico più ristretto, ad esempio i profili che segui e che ti seguono, o solo quelli che decidi di invitare personalmente.

L’importanza della voce

Quando, con la nascita di Whatsapp, ci lamentavamo di dover ascoltare messaggi vocali infiniti, non avremmo mai potuto immaginare l’importanza che la voce avrebbe assunto di lì a poco, al punto da diventare uno dei digital trend più rilevanti degli ultimi anni.
Il 2020 era stato annunciato come “l’anno della voce”, in cui comandi vocali e podcast l’avrebbero fatta da padrone. Non è un caso, quindi, che la nascita di Clubhouse sia avvenuta proprio l’anno scorso, in piena pandemia.

In questo caso non si tratta né di messaggi vocali, né di podcast, dato che il valore aggiunto sta proprio nel fatto che si tratti di una conversazione in presa diretta, tanto che non è possibile recuperare quanto è stato detto prima del proprio accesso alla stanza.

Si tratta, insomma, di contenuti di cui puoi usufruire solo in diretta, come fosse una videochiamata di gruppo, con la differenza che interagisci – il più delle volte – con completi sconosciuti, e lo fai solo utilizzando la voce, senza preoccuparti di come appari in camera, di cosa indossi o di dove ti trovi. La voce rivela l’essenza più profonda di una persona, permettendo agli utenti di mostrarsi per quello che sono: “l’intonazione, l’inflessione e l’emozione trasmesse attraverso la voce consentono di cogliere sfumature e formare connessioni umane”, spiegano i fondatori di Clubhouse. Sarà anche per questo che, rispetto ad altri social, “le persone tendono ad essere più responsabili di quello che dicono”, come scrive Stefano Maggi, docente di Contenuti Creativi per il Web alla IULM di Milano.

Clubhouse elimina quindi sia il contatto visivo, con la conseguente ansia da prestazione che spinge a mostrare un’immagine di sé distorta da filtri e ritocchi, sia i limiti della comunicazione scritta, che non avviene mai realmente in presa diretta, e che porta a fraintendere toni e intenzioni. Grazie al solo ausilio della voce è quindi possibile intraprendere conversazioni più dirette, sincere ed empatiche, che possano – ce lo auguriamo – portare a legami “virtuali” più stretti e profondi.

Anche per un brand può essere utile cominciare ad esplorare le possibilità di questo nuovo social, che permette di instaurare un contatto più diretto con i propri clienti.
Per consigli su come utilizzare Clubhouse, contattaci!

Articoli recenti

  • Marketing e archetipi: che tipo di brand sei?
  • Font, logotipo e pittogramma dei brand più famosi
  • H2H: come comunicare Human To Human
  • Si odia o si ama: Superga e l’importanza di prendere una posizione

Filed Under: News dal Web, Social Media

Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente

23 Settembre 2019

Se c’è qualcosa che possiamo dire di questo 2019, è che l’ambiente ne è il grande protagonista: l’allerta ecologica relativa al riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, Amazzonia e Siberia che bruciano. Ma, come sempre, dietro ai grandi dibattiti si nascondono soluzioni che nell’IT definiscono smart: idee piccole, magari concentrate su una città, o su un singolo utente, ma che possono rappresentare una nuova pagina per la terra.

Il servizio digitale Think Sustainably coinvolge tutti

E allora, prendiamo una capitale nordeuropea, un’app e una strategia di comunicazione fresca, sincera, diretta all’informazione, e otteniamo “Think Sustainably”: un sito web, unico nel suo genere, nato ad agosto 2019 e destinato ai cittadini, ma anche alle imprese e ai turisti, che consentirà loro di compiere scelte più sostenibili.
Think Sustainably è una vera e propria guida della città – sì, troverete musei, ristoranti, teatri e attrazioni – che mette l’accento sulla sostenibilità e si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Carbon Neutral Helsinki Initiative”, che mira a rendere la città a emissioni zero entro il 2035.

Come funziona Think Sustainably?

Think Sustainably è un servizio decisamente semplice: basta scaricare l’app e cercare le attrazioni più sostenibili, contraddistinte da un tag verde, visitarle e godersi un giro. Ma è per i titolari di aziende, che il servizio prevede alcune implementazioni davvero speciali: come un elenco di controllo delle azioni da intraprendere per rendere la loro impresa più sostenibile, come passare alle luci a LED, offrire un’opzione di menù vegana, fino all’attuazione di un piano misurabile di riduzione del carbonio.

E… la comunicazione? Think Sustainably si basa sulla semplicità del concept e delle azioni, dei suoi mezzi di diffusione, come app e sito web. Di conseguenza anche la campagna di comunicazione si è basata su un video documentario, dove fonti e notizie accompagnano la spiegazione dell’idea e del funzionamento del progetto – in pieno stile how-to – servendosi, però, anche di una parte creativa, come l’affissione non cartacea ma ovviamente con un’operazione video di digital signage diffusa in prossimità del trasporto pubblico, in cui abitanti felici della città, giovani e meno giovani, si rendono protagonisti sostenibili di momenti di shopping, di trasporto, di buon cibo. Il tutto seguito dal claim “Your local guide to sustainable Helsinki”.

Oltre a Think Sustainably c’è Ecosia

Certo, non tutti possiamo andare a Helsinki per vivere questa esperienza immersiva in una città sempre più sostenibile. Però, possiamo decidere di fare le nostre ricerche nel web sul motore di ricerca Ecosia, che ha avuto un vero e proprio boom nei giorni scorsi, quando l’Amazzonia e la Siberia bruciavano. Ecosia, infatti, pianta alberi in cambio di ricerche nel web. Esattamente: perché la piattaforma, nata nel 2009, ha stretto accordi con i big della web search – Google, Bing, Yahoo – e dona l’80% dei proventi degli annunci online alle associazioni senza scopo di lucro che si occupano di salvaguardare la natura e nella riforestazione.

L’orologio scandisce l’ora: mancano 12 anni al termine delle risorse esauribili. E se il tempo non si può fermare, ecco che la tecnologia può aiutarci, con azioni davvero alla portata di tutti!

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Life, News dal Web

Obiettivo project management: un nuovo inizio a settembre

24 Luglio 2019

“Agosto, project managing… non ti conosco”. Storpiando un vecchio detto, ti ricordiamo che non è proprio così: le valigie sono quasi pronte, e con biglietti alla mano corriamo a chiudere studio, casa, ufficio. Ma la scrivania resta lì, con qualche foglio scarabocchiato, un filo penzolante, a ricordarci che settembre rappresenterà un nuovo inizio, dopo la meritata tregua. Dunque, per non vanificare in pochi minuti l’effetto benefico delle tanto agognate ferie, che ne dici di approfittare delle vacanze e rinfrescare la tua strategia di project management? Bastano pochi minuti al giorno e, con questa piccola guida che abbiamo creato per te, avrai tutti gli strumenti per farlo nel più rilassante dei modi.

Fai pace con Google Calendar

Uno strumento imprescindibile, che ti segue da desktop e da mobile, che funziona bene sia per Android che per IOS. L’unico, gratuito e inimitabile Google Calendar: nel corso degli anni, questa app/estensione di Chrome è migliorata, come il buon vino. Semplice, intuitiva, è capace di mettere in comunicazione un team; ma è anche una mappa perfetta per organizzare la tua giornata, lavorativa e non.
Le note in fondo pagina ti permettono di indicare ordini del giorno, di inserire appunti e anche allegati. Basta cliccare su un giorno, riempire il form, assegnare la task a qualcuno, selezionare un orario, una legenda colore, attivare le notifiche ed eccola, la tua agenda interattiva. Gratuita e sempre aggiornabile. Non hai scuse per non fare pace con Google Calendar, insomma.

Dai un’occhiata a Google Keep

Un suggerimento, questo, arrivato all’orecchio del nostro copy da un paio di mesi: sempre dalla Suite di Google è arrivato Keep. Lo definiremmo un piccolo notepad, che trasforma l’audio in testo. Il suo funzionamento a blocchi, del tutto simili a post-it, ti permette di fermare i pensieri trasformandoli in note. Non solo: da questo notepad puoi scattare foto, allegarle e connettere il tutto al tuo Google Drive. Se quindi lavori con la scrittura e la creatività, ma anche con il project management, corri a conoscere questo nuovo amico in vista di settembre! Puoi farlo anche comodamente dal bagnasciuga.

Time management: parte della tua routine quotidiana

Il tempo è oro, il tempo è vita. Sfruttare al meglio le ore che abbiamo a disposizione ci permette di vivere giornate migliori, combattendo lo spauracchio dell’ansia e avendo più tempo a disposizione per ciò che chiamiamo “altro”. Sembrano passati secoli dalla tecnica del “pomodoro”, vero? Ma il time management non passa mai di moda. Ed è una mano santa: ti consigliamo una lettura sotto l’ombrellone, un PDF gratuito a cura di Paolo Ruggeri, scaricabile anche sul tuo smartphone, a cui gettare uno sguardo, tra una passeggiata e un tuffo.

Datti tempo, dopo tutto è ancora luglio

Eccola qui, quella frase che sembrava farci tirare un respiro di sollievo. E invece… no: abbiamo appena parlato di time management, e quindi una sveglia deve essere automaticamente suonata, nella tua testa.
Stai per partire per le vacanze, già pregusti la meta prescelta, le mille – o le zero – cose da vedere, sentire, fotografare e gustare. Ma approfittare del periodo di stacco per riprendere le forze, equivale anche a sfruttarlo, per pochi minuti al giorno, per stilare una lista di attività nella tua agenda che riguardano una migliore organizzazione settembrina: dai uno sguardo alle app di project management (ehi, qui abbiamo l’articolo che fa per te!), butta qualche nota in Keep.
Il tutto, guardando l’orizzonte e respirando l’aria buona del posto in cui ti trovi.

Noi ci rileggiamo a settembre, perché anche Siks va in vacanza! Buone ferie, dunque, e buoni progetti.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: News dal Web, Siks News

Link building nel 2019: una strategia ancora valida?

18 Luglio 2019

Croce e delizia di ogni SEO, la link building è una delle strategie per l’ottimizzazione più datata. O forse converrebbe dire longeva? Già, perché in ogni piano SEO canonico, questa parte è tuttora imprescindibile. Certo, Google si evolve, e cambiano – di conseguenza – pure le modalità di fare search engine optimization, ma la link building sopravvive. Anche oggi, nel 2019, con qualche accorgimento e attenzione in più.

Il backlink è naturale

Per Google, “a natural backlink is a good link”. E anche per noi. Infatti, siamo al corrente che Google apprezza particolarmente ciò che è per lo più organico e che, quindi, risponde in maniera non strategicamente commerciale alle richieste di un utente che naviga nel suo vasto mare. Di conseguenza, anche la link building non può esimersi da questo diktat.

Secondo Search Engine Journal, ecco la formula perfetta per un link naturale:

  • non ha parametri di tracciamento;
  • non appartiene a  contenuti sponsorizzati o a pagamento;
  • non usa un reindirizzamento tramite JavaScript e non è legato in alcun modo a strumenti di monetizzazione.

E i link non naturali?

Sempre Search Engine Journal ci dà una definizione di unnatural link molto lampante: si tratta di link provenienti da risorse puramente a pagamento, che possono essere collocati, tracciati o monetizzati attraverso programmi di affiliazione, campagne CPC, influencer o script di monetizzazione. E attenzione: se seguiti, questi link potrebbero potenzialmente portare a una penalizzazione da parte di Penguin, poiché non sono considerati come organici, nella maggior parte dei casi.
Quali sono i collegamenti non naturali, in soldoni?

  • Link con parametri di monitoraggio come sorgente;
  • link all’interno di contenuti sponsorizzati su un sito (i motori di ricerca generalmente ignorano chi ha pagato per il contenuto da inserire);
  • link provenienti dai siti che utilizzano gli script di monetizzazione;
  • link all’interno di codici come reindirizzamenti in uscita e in altre tecniche mappabili.

Le strategie di controllo aiutano i link a… essere più buoni

Non c’è nulla di giusto o sbagliato: puoi scegliere, in base alle strategie e agli obiettivi di brand, quali link scegliere. L’importante è non dimenticare mai di fare un controllo sull’andamento dei backlink che hai deciso di includere nella tua strategia, sia essa organica o dipendente da un media planning: esistono molti tool per farlo – chiamati “backlink audit tool” –  di facile impostazione che ti permetteranno di raccogliere i link afferenti per poi fare un check, monitorandone la loro resa per decidere se mantenerli o sostituirli. Ricorda che, infatti, puoi sempre richiedere al proprietario di un sito di rimuovere “quel link” in caso tu reputassi il traffico o la qualità del suo sito scarsa, o non pertinente con la tua attività.

Nel 2019, quindi, il contenuto è ancora re, e ce lo dimostra chiaramente il sovrano dei motori di ricerca: il nostro consiglio è quello di concentrarsi sempre sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Perché questa semplice regola, il cui sicuro successo può necessitare di più tempo, protegge il tuo sito da penalizzazioni. E, ancora più importante, concentrarsi sulla qualità può aiutare a portare costantemente lettori in target, persino rilevanti e autorevoli, futura fonte di nuovi backlink e traffico, attraverso i siti di riferimento.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: News dal Web, SEO Tagged With: link building

“Solving fake news, for good”: Twitter e l’AI contro la cattiva comunicazione

26 Giugno 2019

“Solving fake news, for good”. Una frase che racchiude un intero mondo: quella dell’intelligenza artificiale applicata alla sconfitta delle fake news. Il pay-off è quello ideato da Fabula AI, giovanissima azienda start-up nata nel 2018 in Inghilterra ma che ha già stretto un importante patto salvifico con Twitter proprio in merito alla possibilità di intercettare le notizie non veritiere e le loro fonti di trasmissione fermandone e indagandone la diffusione. Una notizia, questa, che corre tra le fila del web dai primi giorni di questo caldo giugno e che annuncia una tecnologia apparentemente in grado di risollevare le sorti del social dell’uccellino blu, la cui crisi cronica di nuovi iscritti è stata decretata circa due anni fa come irreversibile. Ma oggi si apre un grande spiraglio: perché proprio Twitter diventa il protagonista di questo studio applicato? Perché questo social è il prediletto – per la sua brevità, e per la nutrita comunità che lo compone – di stampa, giornalisti, editori e case editrici. Ruoli e professioni che devono quotidianamente difendersi dalle fake news.

Machine graph learning contro le fake news

Precisamente in data 3 giugno, Twitter ha annunciato di aver acquistato questo format di Fabula AI una tecnologia chiamata “graph deep learning” in grado di identificare i contenuti non veritieri con precisione e profondità attraverso una tecnica che si basa sull’analisi qualitativa dei grandi numeri di dati: relazioni, connessioni, contenuti che circolano sul web e che vengono condivisi su Twitter.
Gli ingegneri di Fabula AI sono stati piuttosti scevri nella spiegazione dei vari step di cui si compone questa tecnologia di intelligenza artificiale, effettivamente troppo particolareggiati per chi non è ferrato in ingegneria informatica: quello che importa, è che la tecnica sviluppata dalla startup si concentra sul “come” avviene la diffusione della cattiva informazione anziché soffermarsi, come fa la maggior parte dei sistemi che combattono le fake news, sul contenuto stesso degli articoli.

Come funziona questa tecnologia?

Questa tecnologia si basa su una serie di algoritmi che sono letteralmente in grado di apprendere da giganteschi set di dati generati nel tempo dagli utenti sui social network. Fabula AI parte da un postulato: tutti i contenuti “fake” che diventano virali si diffondono con una velocità vorticosa rispetto alle notizie vere e non alterate. Inoltre, questo sistema analizza anche i meccanismi di condivisione: in questo modo si può intercettare l’argomento sul quale intervenire, poiché Fabula AI, infatti, ha paragonato la modalità di diffusione sui social e nel web dell’informazione errata come a un media come a una malattia si diffonde, cercandone una “cura” in grado di impedirne il dilagare.

“Migliorare la salubrità delle conversazioni” è l’altro punto su sui si sofferma il creatore di Fabula AI – società il cui co-fondatore è l’italiano Fabrizio Monti -. E così, dopo Google e Facebook, anche l’uccellino blu comincia il suo cammino virtuoso verso una comunicazione migliore e più veritiera. I risultati? Li vedremo tra qualche mese. E, infatti, Twitter ha annunciato che “l’acquisizione di Fabula AI aiuterà a sviluppare le nostre capacità interne di machine learning, grazie alle competenze del team di ingegneri e sviluppatori” che si stanno occupando di nutrire e far crescere questo portentoso sistema di intelligenza artificiale al servizio della comunicazione umana.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: News dal Web, Twitter Tagged With: fake news

  • Go to page 1
  • Go to page 2
  • Go to page 3
  • Interim pages omitted …
  • Go to page 5
  • Go to Next Page »

Copyright © 2023 Siks Adv Srl · Vico degli Indoratori 56/58 r 16153 Genova Italia · +39 010 2530096 · info@siks.it · P. Iva 01623020995

• • • • •
Privacy Policy Cookie Policy