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Siks adv

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Creative communication agency

Campagne Marketing

Halloween: le migliori ADV per un brivido made in USA

31 Ottobre 2018

Cosa succede oltreoceano, per quanto riguarda la connessione tra mondo advertising e Halloween? Se in Italia, infatti, radio, TV, Facebook e campagne stampa ritraggono per lo più dolci e costumi per i più piccini, il trend risulta notevolmente diverso per quanto riguarda i paesi anglosassoni, patria di questa festa da incubo. E così, animati dalla curiosità, abbiamo voluto fare una piccola ricerca in merito: eccovi, quindi, una carrellata, tra TV e YouTube, degli spot e video Halloween più belli, a nostro avviso, degli ultimi 10 anni. E, che amiate o no questa nuova ondata culturale, siamo sicuri che apprezzerete questo spettacolo da brivido! A chi andrà il premio alla maschera più spaventosa?

Il re degli snack d’oltreoceano: Sneakers e Halloween

Snickers ha creato una Halloween sensation totale con il terrificante spot “Grocery Store Lady”. Un personaggio davvero inquietante, quello della signora con bambino minuscolo al seguito, che ha tenuto incollati davanti a monitor e TV una quantità incredibile di spettatori: l’annuncio ha infatti superato le 2 milioni di visualizzazioni su YouTube. Cosa non si farebbe per il proprio snack preferito!

Booking.com: non solo dolcetti

Halloween, negli USA, non è esattamente il momento più popolare per viaggiare: generalmente, questa festa viene celebrata tra le mura di casa, e tra le strade del proprio quartiere. Ma Booking.com è riuscito a pensare a un modo per cambiare questa credenza: e, con questo spot raccapricciante, dal sapore “Blair witch project”, gli hotel infestati diventano una redemption niente male. Il brand, infatti, dedica lo spot a coloro che, in realtà, vorrebbero tanto un fantasma che gli sussurra all’orecchio durante la loro notte in una struttura fin troppo leisure.

Kmart: la catena di supermercati propone un “Halloween Challenge”

Questo video è stato definito negli USA come uno dei più cool della storia delle ADV a tema Halloween, proprio perché non ha necessariamente bisogno di far urlare di terrore gli spettatori per essere memorabile: Kmart ha infatti compreso come utilizzare la festa più attesa nel paese per battere un record mondiale, grazie al testimonial – il ballerino ultra noto negli Stati Uniti Monternez Rezell – e al maggior numero di cambi costume nell’arco di otto ore e in un unico annuncio.

Nike: corri e salva la tua vita!

Nike trova un equilibrio perfetto, attraverso questo spot, tra terrore e brand advertising. Il suo messaggio? Beh, certamente punta tutto sull’ineffabile: non puoi mai sapere quando Freddy Krueger potrebbe decidere di attaccarti nei boschi, ma tutto filerà liscio se indosserai le tue Nike.

E così, anche Halloween, come ogni festa che si rispetti, rappresenta per i brand mondiali più disparati l’occasione giusta per regalare alla propria audience la miglior esperienza di divertimento e di brivido, impattando così sul percepito dei propri prodotti. E noi, anche se non siamo anglosassoni, ci godiamo lo spettacolo – davvero memorabile – con voi!

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Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività

Football e ADV: un calcio alla noia

8 Ottobre 2018

Domenica, interno giorno. Divano e partita. C’è chi sbuffa, annoiato dallo spettacolo non così gradito del calcio, c’è chi tifa e si sgola, e chi guarda, un po’ per inerzia. Amici, fidanzate, fidanzati, genitori, figli, nonni. Perché, il calcio, accomuna, unisce e divide al tempo stesso. Ma, soprattutto, ispira.

In un periodo così caldo, all’alba della stagione fredda, non potevamo non parlare di advertising e sport: siamo sicuri che, con questo articolo, anche i più scettici davanti allo schermo, e tra gli spalti, cambieranno idea! Pronti, quindi, per dare un calcio alla noia con la nostra top 4?

Ronaldo, chi se lo ricorda?

Uno spot a firma di Wieden & Kennedy, ADV agency olandese che fa curato per quasi 20 anni le campagne Nike, e andato in onda nel 1998, dove il protagonista è Ronaldo, oltre alla nazionale brasiliana, in un dribbling serratissimo, all’interno di un aeroporto, nell’attesa dell’ennesimo volo in ritardo. A ritmo di Mas que nada, la squadra rincorre il pallone, dall’interno all’esterno dell’aeroporto, in un crescendo di inseguimenti. Fino al finale: il palo di Ronaldo. Uno spot, questo, che ha ricevuto consensi, ed è stato nostalgicamente rigirato proprio quest’anno, a distanza di 4 lustri!

Musica e testimonal: binomio perfetto

Il binomio di cui stiamo parlando? Un Paolo Maldini all’apice del suo successo e della carriera nel Milan, e una hit techno-pop. L’ex capitano rossonero diventa così testimonial dello spot Opel Astra, esibendosi tra tiri in porta e dribbiling sul ritmo incalzante di “Born Slippy” degli Underworld, tra l’altro parte della colonna sonora di Trainspotting. Correva l’anno 1995, e questo spot segnò un vero successo, perché movimentato, pieno di ritmo, apparentemente aggressivo e senza nessun intervento vocale che non fosse quello della soundtrack.

A match in Hell (1996)

L’agenzia olandese (ma quante ne sanno, in fatto di ADV, da quelle parti?) Wieden & Kennedy di Amsterdam firma, poi, nel 1996, la campagna ADV video per Nike dal titolo “A match in hell” – “una partita all’inferno”. Protagonisti sono Maldini – di nuovo -, un Ronaldo in piena forma, Kluivert e Campos. I paladini del calcio europeo si esibiscono, in uno spot distribuito in oltre 6 paesi del vecchio continente, all’interno di un’arena, sotto l’eclissi di sole. Una storia epica, dal sapore goliardico e al tempo stesso ironico: come la battuta che Maldini, di nuovo presente, sentenzia all’inizio. Fino al finale, simbolo della fine di un’era, con l’adieu di Cantona, non solo al diavolo in porta, ma anche alla sua carriera calcistica. Un vero capolavoro!

Il tormentone!

Correva l’anno 2001: già da diverso tempo, i big del calcio prestavano sorrisi, volti, braccia e gambe alla pubblicità. Ma sempre e solo in veste di calciatori gloriosi. Fino a quando Fabio Cannavaro, assieme ad Angelo Peruzzi, che appare in un piccolo cameo, diventano protagonisti del tormentone: “A ragazzi’, e mo ve lo buco ‘sto pallone”. Uno spot firmato dal team di comunicazione interno di Stream, PayTv che ha segnato un passaggio fondamentale tra la vecchia Tele+ e il futuro Sky. Il mito del calcio, rappresentato da un altro match in arena, viene spezzato da un ritorno alla realtà improvviso: un vetro va in mille pezzi, e i grandi calciatori tornano a essere bambini.

Insomma, il calcio, in tema di ADV, ha certamente qualcosa da raccontare, tra sogni, acrobazie e risate, rendendosi testimonial perfetto di prodotti afferenti, come pay tv, colossi dell’abbigliamento sportivo e automobilistico.

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Sammontana: dal rebranding al tono di voce, ADV… a 5 stelle

20 Luglio 2018

Il caldo si fa sentire. Il meteo parla di acquazzoni e temporali, ma in cielo – fortunatamente – ancora non si vede una nuvola. E, preparando gli ultimi post del blog prima delle ferie di agosto, il pensiero non può non correre a lui: il gelato, protagonista indiscusso del mondo ADV e del solleone.

Poche settimane fa abbiamo parlato di un player fondamentale nel mondo della comunicazione, ma oggi è il turno del competitor per eccellenza: Sammontana, un brand cresciuto tra italianità ed estate, facendo di questi due elementi il tratto distintivo della sua comunicazione, per tre generazioni.

La nascita

Sammontana è un sogno che nasce dalle macerie del dopoguerra: mentre l’Italia ancora si riprendeva dai bombardamenti, Renzo Bagnoli, giovane gelataio toscano, decide di aprire un negozio, una latteria, dove il fiore all’occhiello è il gelato servito in un barattolo di latta, fatto con il latte fresco di una fattoria situata alle porte della città: Sammontana. E questa piccola attività, destinata a diventare grande brand, muovendo i suoi primi passi, era già fortemente consapevole di come essere legati al territorio, per storia e provenienza, fosse una reale conditio sine qua non potentissima e caratterizzante.

Il logo: è storia

Nel 1964 il bisogno di un logo si fa forte per caratterizzarsi nel crescente mercato del boom del dopoguerra: Bagnoli decide di usare l’immagine di un corsaro. Il payoff? Un tesoro di gelato.
Da lì, però, le cose cambieranno: è il 1967, quando arriva  il famosissimo cono stilizzato e umanizzato, dall’espressione golosa. Nemmeno Milton Glaser, lo storico grafico statunitense, toccherà questa immagine, durante il percorso di rebranding del 1981. Perché il cono, anche a detta di questa icona del marketing mondiale, era (ed è) simbolo di italianità, di vacanze, di tradizione e nuovi costumi. Il simbolo di un marchio e della rinascita di un paese.

Il rebranding nel segno della discrezione

Nel 2015 l’azienda ha avviato una nuova fase del proprio processo di rinnovamento presentando il restyling del marchio: il simbolo del “cono che si lecca i baffi” viene rivisto, ma con gentile parsimonia: viene, infatti, semplicemente centrato, i colori intensificati. Un’azione che mantiene intatti i valori del brand che, modernizzandosi, mantiene il payoff “Gelati all’Italiana” come corona a semicerchio tipica del marchio.

Lo sguardo all’ADV

“Gelati all’italiana” o “estate italiana”? Queste sono le due proposizioni del brand sul mercato, quando si parla di ADV. Una serie di campagne pubblicitarie che hanno sempre avuto come core la differenziazione dei prodotti, quasi come se, ogni estate, il marchio non volesse puntare sul “solito cono”, ma sulla varietà di gusti e di formati che il brand sapeva e sa garantire.
Ed è dall’inizio degli anni 2000 che il brand empolese ha reso indimenticabili i suoi spot: dal barattolino, con un tenero storytelling familiare, alla Coppa Oro, che da protagonista delle spiagge si spoglia del motivo estivo per diventare un gelato per tutte le stagioni, fino al Cono 5 Stelle, re dell’estate italiana, tra colpi di rap e immaginario adolescenziale.

2014

C’è chi l’ha amato, chi l’ha odiato, e chi ha messo in scena infinite parodie: è l’anno dello spot del cono Cinque Stelle rappato da Mecna: le parole sono protagoniste, con uno sguardo ai giovani. I testi si accompagnano a una carrellata di immagini stile videoclip, un po’ una guerra a colpi di rime con gli interpreti dell’altro cono da sempre competitor.

2018

Di nuovo un’estate 5 stelle, sempre giocata sull’appartenenza al belpaese e a tutti i leitmotiv che, dal 1960 a oggi, fanno parte dell’immaginario estivo e del brand: il 2018 parte con un clip – realizzato da H Films, con la direzione creativa di Auge e un media planning curato da Wavemaker – nei formati 45”, 30”, 15” e 10”, in onda a partire dal 27 maggio. La musica è di nuovo protagonista: infatti, parte del piano di comunicazione – oltre alla campagna social – è stata la campagna Spotify e la versione Karaoke!
Il soggetto dello spot non è più rap, e lascia spazio all’ondata hipster, divertente e giocosa: autotune, certo, e un copy – divenuto testo del brano – che ripercorre i must della spiaggia e dell’estate, dai più grandi – la nonna che chiama per pranzo, un padre che gonfia il materassino – fino a chi non si sente propriamente un fusto da spiaggia.
Fino al payoff che si apre, che condivide, inclusivo e rassicurante: “la mia, la tua estate italiana”, contro il vecchio “la mia estate italiana”.

Anno dopo anno, format dopo format, restyling dopo restyling, il Gelato Italiano per eccellenza sta percorrendo, come tutti i grandi brand, la storia dell’ADV. E per farlo, ha scelto di spostare il core dal brand a un prodotto di punta, sempre diverso, sempre distintivo, ma sempre coerente e sempre in linea con quello stile che caratterizza il marchio da oltre 60 anni.

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Siks ADV e la nuova campagna abbonamenti Samp: il settimo capitolo va dritto al DNA

6 Luglio 2018

“Coraggiosa”, “geniale”, “pornografica”.
Aggettivi che in questi giorni  hanno definito, in maniera contrastante, la nuova campagna abbonamenti Samp. C’è chi approva a pieni voti, e chi, invece, lancia la pietra dello scandalo.
Una campagna che ha spiazzato, che ha fatto discutere, diventata subito virale: oggi saremo noi a raccontare la fase creativa, in questo nuovo capitolo per Siks ADV, che per il settimo anno consecutivo firma la campagna pubblicitaria di abbonamento.

Il concept di base: più biologico, che sessuale

La campagna veicolata a partire dallo scorso 2 luglio su tutti i social della squadra, sui quotidiani e in maxi affissioni nel capoluogo ligure, è nata da un’idea creativa che ha unito di concerto elementi grafici semplici, con le classiche combinazioni cromatiche blucerchiate, e un payoff sibillino. Un risultato, quello finale, che ha oltrepassato le regole, come nel migliore dei giochi di comunicazione.

Perché se la Samp è vita, la campagna 2018 di abbonamento va dritta al punto, colpendo alla genetica, al DNA, alla generazione della passione: il concetto fondante è quello di esserci sempre, fin dal primo momento, costituendo una parte del proprio patrimonio genetico. Un immagine rafforzata da un claim semplice, un linguaggio creativo in grado di uscire dagli schemi soliti e tipici del mondo del calcio che, in Italia, dal punto di vista creativo e marketing, si compone, per lo più, di una comunicazione timida, un pesante mantello di creatività standard che tra fede, lupi, prede e fauci, genera alle volte scenari calcistici autoreferenziali. Il core della campagna, la sua intenzione, è – quindi – più profondo.

In sette anni di esperienza con Samp, abbiamo avvertito il bisogno di oltrepassare una barriera, proprio per utilizzare una metafora calcistica. Ed ecco perché non siamo stati – ça va sans dire  – colti in fallo. E, della nostra opinione, è anche Del Bianco, creativo dell’agenzia Dude.

Una nuova storia da raccontare, dal primo istante

Come nelle migliori delle storie d’amore, ogni limite va sempre superato, per dare una nuova sferzata al rapporto: e così, la campagna 2018 è una sorta di coronamento creativo che supera le precedenti.
Spaziare dalle metafore feline, o al più classico senso di appartenenza generazionale – su cui abbiamo lavorato molto in passato – facendo quel passo in avanti è stato il nostro obiettivo: il tempo è maturo per scrollarsi di dosso un pesante mantello fatto di comunicazione standard, spostando l’accento all’essenza, a quel senso di appartenenza più profonda. Seminale. Dal primo istante.

La persona è sempre stata al centro, nelle campagne: adulti, anziani, bambini. Perché la Samp è la passione di una vita, trasmessa e animata dai payoff che accompagnano le campagne abbonamenti, sprigionando amore vero per il team blucerchiato: “La nostra maglia, seconda pelle”, 2012-2013; “C’ero, ci sono, ci sarò” per il 2014-2015, e “Non ciò che vedi, ma ciò che vivi”, 2015-2016. Un susseguirsi di volti, età, generazioni, per una passione che non conosce confini. Anzi, li supera, in questa campagna concepita per arrivare dritta alla parte più profonda – quasi cellulare – dell’amore per la squadra, per il brand, per il lavoro che una comunicazione memorabile richiede, quotidianamente.

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Estate? L’ADV ha un “Cuore di Panna”

15 Giugno 2018

I ricordi più indelebili sono sempre legati a una sensazione, a un “mood”, a un periodo felice e spensierato della vita, come quello che, in genere, coincide con l’estate. La spiaggia, il mare, gli amori estivi, le canzoni tormentone, e un gusto particolare: quello di uno dei gelati più amati, l’intramontabile “Cornetto”, (quasi) sempre al fianco del leitmotiv “Cuore di Panna”, che va ben oltre il payoff.

Riprendiamo così uno dei tormentoni non solo estivi, ma anche del mondo ADV, più conosciuti, attraverso la comunicazione di un prodotto che è stato il battesimo di fuoco per il brand Algida. E se il tempo passa, certi dettami restano, come quelli della comunicazione pubblicitaria legata al Cornetto: vediamoli insieme, in un carosello di advertising, tra video e cartaceo, che da oltre 30 anni fa sciogliere il cuore (e le papille) di milioni di consumatori.

La storia del Cornetto, in pochi passi

Spica, gelateria di Napoli, brevetta questo particolare formato di gelato, alla fine degli anni ‘50. Il brevetto viene poi acquisito dalla multinazionale Unilever, viste le scarse vendite dell’azienda partenopea, e viene accompagnato da un vero e proprio bombardamento pubblicitario, tra affissioni, cartellonistica – datati inizi anni ‘70 – e, un po’ più in là, da spot video divenuti iconici.

Il payoff

“Cuore di panna”. Un payoff di prodotto azzeccatissimo che è stato in grado di puntare al “cuore” dei consumatori: “cuore” come sostantivo che riecheggia amori estivi fugaci quanto un gelato lasciato al sole, e “panna” l’ingrediente principale, morbido e candido. Scioglievolezza, e chiara descrizione del prodotto in un’espressione divenuta idiomatica, uno status quo del mondo dell’advertising riconosciuto come grande non solo dai pubblicitari ma, soprattutto, dai consumatori.

Il sequel video

Gli anni ‘80 e Algida: un binomio che è andato oltre la pubblicità. L’estate aveva ufficialmente inizio quando in TV compariva lo spot del Cornetto, in tutte le sue versioni: quella anni ’80, romantica e adolescenziale; fino agli anni ’90, con la variante, sempre sulla falsariga amorosa, del 1993, e quella precedente, datata 1991, dove lo storyboard non ci racconta più dei due giovani che si ritrovano in spiaggia, dopo un anno di attese, ma ritrae una serie di situazioni quotidiane, estive, in cui si susseguono adulti, lavoratori, bambini e ragazzi, tutti accomunati dal colpo di fulmine, e dalla grande passione per il “Cuore di Panna”, protagonista all’unisono dei jingle che cambiano composizione, ma il cui punto focale resta sempre invariato.

Il mood

Cornetto Algida ha trovato la sua massima espressione nella televisione: l’unione degli elementi musicali, visivi, dello storytelling – quello vero – hanno dato vita a una miriade di spot il cui mood è stato, ed è tuttora, di facile immedesimazione. Situazioni quotidiane, desiderate, che sono state e che sono parte della vita di ognuno di noi, con un taglio e un focus particolare sul mondo adolescenziale e under 25. Una simbiosi tra ricordi e gusto che ha alimentato la storia dell’ADV coadiuvando sicuramente il successo di un prodotto che, altrimenti, sarebbe stato soffocato dal mare magnum (e qui il gioco di parole è voluto) dei mille altri gelati concorrenti, di questo e di altri brand, nazionali e non.

E oggi?

“Cosa resterà di questi anni ‘80” – e non solo -, parafrasando Raf? Cornetto Algida oggi ha rivoluzionato non solo la sua product proposal, aumentando la gamma di gusti, ma ha anche adattato la sua comunicazione alla contemporaneità: infatti, la nuova versione dello spot, uscita lo scorso aprile, vede sì lo storico tema del corteggiamento, con le musiche di J-Ax e Fedez ma, caso quasi unico nella storia del prodotto, sempre riconducibile agli anni 2000, il payoff – ormai veterano – è stato sostituito da un nuovo slogan: “falla semplice”.

I tempi cambiano, ma i ricordi restano indelebili: Cornetto Algida, con la sua storia, ha accompagnato quella di tutti noi, e siamo certi che continuerà a farlo, con o senza Cuore di Panna.

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Chiquita: cambia l’ADV, ma il bollino no. Storia di un brand e la sua riconoscibilità

4 Maggio 2018

Come può una semplice banana diventare l’oggetto della curiosità di milioni di acquirenti? Semplice: attraverso un bollino, un jingle ammiccante, e un testimonial inventato per l’occasione.
Chiquita è l’evidente testimonianza che un insieme di singoli elementi di branding – ben studiati e certamente distintivi- formano quell’immagine in grado di cambiare la storia di un prodotto tra i suoi competitor.
Non solo: il famoso bollino blu è stato protagonista di una serie di advertising cartoon e dall’azzeccatissimo sapore esotico, entrati in maniera preponderante nella storia della pubblicità. Percorriamone, quindi, la storia a ritroso, ripartendo dall’ultima riformulazione di concept della storica ADV datata… 2018!

Anche il 2018 del bollino porta la firma di Armando Testa

Notizia recentissima: come riporta Pubblicità Italia, il 23 aprile scorso è uscita la nuova campagna pubblicitaria Chiquita firmata dal colosso della pubblicità italiana.
L’inconfondibile jingle accompagna il concept di un prodotto “sano” e “buono”, e il bollino raccoglie questi due concetti a livello grafico, in un gioco di equilibrio, una vera e propria bilancia, tra i due vertici del frutto. Fino al payoff finale, “Chiquita è sempre la scelta migliore”, che accompagna alla conclusione con il claim storico “10 e lode”.
Una rivisitazione che resta nella zona di comfort del prodotto: stessi colori, stessi soggetti, stesse melodie, che confermano la storicità di una comunicazione di brand ormai universalmente riconosciuta… e riconoscibile.

2011 e 2015: tra Minions e sorrisi

Gialla, blu e solare: tratti in comune con i piccoli protagonisti di “Cattivissimo me”. Non solo: il brand del frutto più famoso al mondo, punta al cuore e all’allegria con una serie di video ADV dal titolo “Just smile”. Una serie di mini video che raccontano, attraverso un sapiente montaggio, il sorriso di tanti protagonisti: la banana più famosa al mondo è, ovviamente, la protagonista delle espressioni di gioia, in tutti i suoi elementi, bollino compreso. Il tutto accompagnato da un’ulteriore rivisitazione del jingle cantato dalla storica protagonista che porta il nome del brand. Il risultato? Un’ondata di allegria e di vicinanza a quella che è la quotidianità del consumatore.

Ma chi era Chiquita, in origine?

Chiquita, come può ricordare il tratto che raffigura la mitica ballerina caraibica, era un personaggio cartoon: una banana dal sapore e dalle vesti carioca protagonista di una serie di cartoni animati americani datati anni ’40. Il successo del personaggio fu tale che la United Fruit Corporation decise di adottarla come soluzione di identificazione del brand. E da lì nacque la leggenda.
Solo nel 1967 la banana danzerina lasciò vesti e cesto a una figura umanizzata, sensuale ma sempre riconducibile al prodotto.
Una costante, come abbiamo detto, è quella del jingle: rivisto, corretto, attualizzato, il suo sapore vintage e orecchiabile – quello delle Terry Twins, duo swing degli anni ’40 – è sempre rimasto invariato, nelle note e nel mood.
Proprio come i colori del brand che accompagnano il leggendario frutto da oltre 50 anni e sono elemento distintivo, d’altronde, di tutti i colossi commerciali d’oltreoceano.

E così, la storia di un brand riconoscibile e diventato, ormai, una figura retorica – metonimia e sinestesia, a pari merito di Scottex e Rimmel  -. Il tutto, grazie a una comunicazione azzeccata, che si è storicamente fatta spazio nell’immaginario comune del consumatore. Trasformato sì, ma mai stravolto, per un popolo di seguaci dell’adv affezionati alle note esotiche che questo prodotto ha portato nella storia delle pubblicità.

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