Su internet, qualche anno fa, girava una serie di meme che mostrava telecomandi fasciati con del nastro adesivo che lasciava scoperti solo i tasti fondamentali, ad esempio quelli per alzare e abbassare il volume o per andare avanti o indietro nei canali.
Le didascalie, che variavano da “There Grandma, I fixed it” (“Tieni nonna, l’ho riparato”) a “Helping grandma with the controller” (“Aiutando la nonna con il telecomando”) ironizzavano sulla difficoltà degli anziani di utilizzare strumenti complessi, di natura più o meno tecnologica, a causa del grande numero di tasti e funzioni disponibili.
Ebbene, pur nel suo intento scherzoso, questo tipo di meme costituisce un ottimo esempio per comprendere l’importanza dell’UX Design e i suoi principi fondamentali.
Cos’è l’UX Design?
L’User Experience Design (in breve UX Design o UXD) è l’insieme dei processi volti a migliorare l’esperienza di fruizione dell’utente.
Spesso se ne parla in riferimento alla Web Usability e alla User Interface (UI), ovvero all’interfaccia utente di siti internet e applicazioni, ma il concetto di UX Design si estende a qualunque ambito preveda uno scambio di prodotti e servizi. Don Norman, padre della disciplina, la definisce infatti come la summa degli aspetti emozionali, psicologici e fisici che si verificano prima, durante e dopo l’interazione dell’utente con un prodotto o un servizio.
UX Design: i principi fondamentali
Secondo i principi alla base dell’UX Design, il prodotto o servizio confezionato deve essere:
- Utile, cioè rispondere perfettamente al suo scopo. Un telecomando deve permettere di cambiare canale, alzare il volume e via dicendo.
- Usabile, ossia deve essere utilizzato senza difficoltà dall’utente a cui il prodotto è rivolto.
In poche parole, dobbiamo chiederci cosa vuole fare l’utente con l’oggetto o il servizio in questione e come può farlo nel modo più semplice e veloce possibile.
Questa dev’essere la nostra priorità, qualsiasi altra scelta passa in secondo piano.
Facciamo un esempio: un brand di gioielleria vuole utilizzare caratteri molto piccoli nel proprio sito, perché ritiene siano più eleganti. Il suo target, però, è composto prevalentemente da over 60, che potrebbero non riuscire a leggere bene quello che c’è scritto.
In questo caso, l’UX Design prevale sulla volontà del brand, che dovrà optare per caratteri più grandi o cercare un giusto compromesso. In fondo, l’UXD può essere considerato come l’anello mancante tra i bisogni dell’azienda e quelli dell’utente.
L’aspetto grafico-estetico deve essere in linea con l’immagine del brand e i suoi obiettivi, ma ai più astrusi virtuosismi è sempre meglio preferire l’immediatezza, l’intuitività, anche l’essenzialità.
Anche se è banale ribadirlo, la semplicità paga sempre, soprattutto quando si entra in relazione con l’utente finale.
In questo senso, un telecomando fasciato con del nastro adesivo non sarà gradevole esteticamente per chi lo realizza, ma l’escamotage si rivela comunque efficace per l’utente finale, in questo caso la “nonna”.
Come siamo arrivati a questo risultato?
Naturalmente attraverso una profonda conoscenza dell’utente che ci ha portato ad empatizzare con lui, a comprendere le sue necessità e a prevedere la sua reazione, agendo di conseguenza nel confezionare un prodotto a lui rivolto. Per questo motivo, un buon UX Designer ha conoscenze basilari di sociologia, psicologia e scienze cognitive ed effettua minuziose ricerche (interviste dirette, test di utilizzo, etc) per comprendere fino in fondo il comportamento dei suoi utenti di riferimento.
UX Design: oltre l’usabilità
Abbandoniamo l’esempio del telecomando per addentrarci su un altro aspetto, che va oltre l’usabilità del prodotto o del servizio.
I consumatori hanno aspettative di tipo pragmatico, ma vogliono anche che l’esperienza d’uso sia piacevole. Quando si parla di “esperienza d’uso”, non si intende solo “usabilità”, ma un insieme di pratiche volte a gratificare l’utente, che non possono prescindere da nozioni di graphic design, di marketing e di branding.
L’UX Design si basa su un aspetto visivo che non deve essere solo semplice e immediato, ma anche gradevole e accattivante agli occhi dell’utente, a partire dal giusto utilizzo e accostamento di colori e forme. Questi accorgimenti stilistici, a loro volta, contribuiscono all’efficacia comunicativa e all’usabilità, chiudendo il cerchio: lo vediamo nei siti internet, con l’utilizzo di colori e gerarchie visive che guidano gli utenti nella navigazione.
Ma le emozioni degli utenti, i loro valori e le loro motivazioni hanno pari importanza rispetto all’efficienza, all’efficacia e alla minima soddisfazione oggettiva, le tre metriche tradizionali dell’usabilità. E quindi l’UX Design si basa anche sulla creazione di contenuti di valore per l’utente, che puntino sulla sua interazione e sulla sua fidelizzazione: la piattaforma di streaming Spotify è maestra, in questo.
In definitiva, l’UX Design mette insieme diverse discipline e diversi concetti, ma l’obiettivo rimane uno: mettere al centro l’utente.
Vuoi sapere come farlo? Contattaci!